di Alessandro Caiulo
La notizia è certa, anche se non è stata ancora ufficializzata la data precisa, ma nel prossimo mese di settembre, in occasione della cerimonia di insediamento del nuovo parroco della Cattedrale, don Fabio Ciollaro, nel Duomo di Brindisi alla presenza di Sua Eccellenza il Vescovo mons. Domenico Caliandro, si svolgerà la traslazione dei resti mortali del giovane Matteo Farina, con l’autorizzazione della Congregazione dei Santi. È la stessa Curia di Brindisi, sia pure indirettamente, a darne notizia nel suo sito web ufficiale, nel pubblicare il calendario dell’ingresso dei nuovi parroci, alla fine dello scorso mese di giugno: segno è, questo, che la causa di beatificazione del giovane brindisino, una volta ultimata lo scorso 24 aprile la sua fase diocesana, sta procedendo a passi rapidi anche nel suo percorso romano.
A beneficio di chi non è molto addentro alle procedure ecclesiastiche, ricordiamo che dieci anni fa papa Benedetto XVI ha approvato le nuove regole da seguire per effettuare la cosiddetta ricognizione canonica delle spoglie mortali di un Servo di Dio,tutto ciò in quanto secondo l’antica tradizione della Chiesa, le reliquie dei Santi e dei Beati, a differenza di quelle di un Servo di Dio, sono oggetto di venerazione e le loro tombe sono meta di pellegrinaggi.
Per questo, quando è in corso una causa di beatificazione e questa è in stato avanzato, avendo già superato la fase diocesana, si ritiene necessario accertare che le spoglie mortali siano autentiche, ed è il Vescovo della Diocesi dove sono custodite, nel caso di Matteo Farina, quello di Brindisi-Ostuni, ad essere competente, su autorizzazione ed istruzioni della Congregazione delle Cause dei Santi, ad effettuare la ricognizione canonica dei resti mortali che accertino la loro autenticità e questo, per consolidata prassi, deve avvenire prima che si chiuda l’Inchiesta e nel pieno rispetto anche della normativa civile in materia. Andando più nel particolare, va precisato, che il Vescovo, qualora sia necessario per una migliore conservazione, può disporre, sempre previa autorizzazione della Congregazione dei Santi, che si proceda a specifici trattamenti sui resti inumati. Va anche detto che in vista della beatificazione il vescovo può anche chiedere alla stessa Congregazione, di ricavare dai resti mortali delle reliquie e che, se intende rendere le spoglie più accessibili alla futura devozione del popolo di Dio può ottenere dal Prefetto delle Cause dei Santi, il permesso a trasferirle in maniera definitiva dal cimitero ad un luogo di culto come può essere una chiesa o una cappella.
Ripercorriamo brevemente i primi passi romani della causa di beatificazione di Matteo Farina: il 26 aprile scorso Don Claudio Cenacchi e Don Stefano Bruno, in rappresentanza dell’Arcivescovo della Diocesi di Brindisi e Ostuni, accompagnati dalla Postulatrice della Causa, dott.ssa Francesca Consolini, si recano a Roma per depositare presso la Cancelleria della Congregazione i tre grossi plichi sigillati due giorni prima da mons. Domenico Caliandro nel corso di una suggestiva cerimonia, tenutasi in Cattedrale, a chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione. Il 27 aprile la dott.ssa Consolini è stata confermata Postulatrice anche per la fase romana del processo e, come suo primo atto, ha richiesto l’apertura degli atti processuali e, così, il 12 aprile, sempre alla presenza di Don Claudio, don Stefano e della dott.ssa Consolini, il Cancelliere mons. Giacomo Pappalardo, ha proceduto alla rottura dei sigilli in ceralacca, al taglio dei nastri rossi ed ha disposto che gli atti vengano rilegati in volumi ed ha dato incarico ad un esperto della Congregazione, denominato Relatore, affinché provveda ad esaminarli attentamente al fine di verificare se tutto è conforme alle norme che regolano tali atti e che il giovane Matteo Farina ha realmente vissuto ogni virtù cristiana in grado eroico. In pratica spetta al Postulatore ed al Relatore predisporre una sintesi della documentazione che provi questo esercizio eroico delle virtù, la cosiddetta Positio, che verrà sottoposta all’esame di nove teologi che, a maggioranza, devono decidere se passare la causa all’esame dei cardinali e vescovi membri della stessa Congregazione; se anche il parere dei porporati è favorevole il Prefetto della Congregazione presenterà il risultato di tutto l’iter al Santo Padre perché approvi ed autorizzi l’emanazione del decreto relativo alle virtù eroiche.
E’ a questo punto che entra in gioco il miracolo – di norma una qualche prodigiosa guarigione assolutamente inspiegabile per la scienza – attribuibile alla intercessione del Servo di Dio, il quale deve essere provato tramite una apposita istruttoria canonica ed approvato anche esso con decreto ed una volta promulgati i due decreti il Pontefice decide la beatificazione che, altro non è, che la concessione del culto pubblico, limitato ad un ambiente particolare, dato che è solo con la canonizzazione, per cui è necessario un successivo miracolo, che il culto del Santo si estende alla Chiesa Universale. Dal momento che solo i martiri, cioè coloro che hanno sparso il loro sangue innocente per la fede, sono, per così dire, esentati dal miracolo, in quanto il riconoscimento del martirio è sufficiente per la beatificazione, è evidente che nel caso di Matteo Farina sarà vagliato dagli esperti, un miracolo compiuto per sua intercessione che, attualmente, è assolutamente coperto dal massimo riserbo, ma che le Autorità Ecclesiastiche porteranno a conoscenza del Popolo di Dio quando il processo di beatificazione sarà avviato verso la conclusione.
Intanto sono migliaia, e non solo a Brindisi, i fedeli che, in attesa dell’agognato giorno in cui verranno riconosciute le virtù eroiche del giovane Matteo Farina, recitano la preghiera, con approvazione ecclesiastica, espressamente coniata per lui, per richiedere alla Santissima Trinità, tramite la sua intercessione delle grazie che ne comprovino la sua santità.
Tratto dal settimanale di Brindisi “IL7”