Un concorso per “reel” in memoria di Ilaria Scianaro, che amò la vita anche quando stava per lasciarla

Di Marina Poci per Il7 Magazine
Raccontare l’amore è quasi più complicato di quanto lo sia raccontare il dolore: quando i due sentimenti si fondono nella perdita recente e bruciante di una donna che ha lasciato una straordinaria eredità spirituale di grazia, forza e vitalità, il racconto corre il rischio concreto di ridurre a retorica l’unicità di una esistenza animata dalla passione autentica e straripante per l’umanità, in ogni suo aspetto. Ci provano, Mino Denitto e Maria Carmela Scianaro, a parlare di Ilaria, moglie e sorella morta il 21 settembre del 2022 per una grave malattia, ma qualcosa, nelle parole, rende monca quella narrazione, la priva della magia frizzante di cui Ilaria sapeva inondare chi la circondava, non restituisce pienamente il ritratto della persona che la famiglia ha avuto il privilegio di avere accanto.
È anche per questo che, da qualche settimana, è nata l’associazione di promozione sociale “VivIlaria” e, contestualmente, il concorso per “reel” su Instagram intitolato “La vita è bella”, rivolto agli studenti dell’istituto di istruzione secondaria Epifanio Ferdinando di Mesagne: perché Ilaria parli e continui ad esistere nei video dei giovani, in assoluto lo scampolo di umanità che, tra tutti, ha amato di più.
“Ilaria era appassionata di fotografia”, spiega il marito, “Per un periodo ha lavorato in una cooperativa che si occupava di ragazzi con un vissuto difficile. In quell’ambito venivano organizzate diverse attività per intrattenere gli utenti. Lei partecipava a tutte, ma ciò che più di tutto la colpiva erano i corsi di fotografia. Ha iniziato piano piano a frequentarli insieme ai ragazzi di cui si occupava, che la adoravano. Poi ha coltivato la passione autonomamente, anche quando ha cambiato occupazione e ha iniziato a lavorare come tecnica di laboratorio presso l’ospedale Perrino di Brindisi. È superfluo dire che la adoravano anche lì e che la sua morte, anche per i colleghi, è stata una perdita difficile da accettare”.
Ilaria Scianaro, moglie innamorata di Mino, madre amorevole di tre ragazzi che adesso hanno sedici, quattordici e undici anni, sorella, figlia e amica presente, non ha oltrepassato la soglia dei cinquant’anni: il suo quarantanovesimo compleanno è stato l’ultimo, festeggiato con famigliari e amici a cui il giorno successivo ha scritto, citando la canzone di Cochi e Renato, di considerarli il suo ombrello speciale, in grado di ripararle la testa dalla pioggia torrenziale a cui la vita, destinandole una malattia che sapeva fatale, la stava sottoponendo.
L’idea dell’associazione è nata in occasione di una delle messe mensili che famiglia e amici, da quando è mancata, le dedicano: in particolare, è nata il 21 settembre 2023, ad un anno esatto dalla morte di Ilaria, quando ad animare musicalmente la funzione religiosa era stata chiamata una cantante di brani sacri che amava molto, Dajana: “Non ha chiesto un euro per essere con noi ed è stata proprio lei a suggerirci che avremmo potuto dare vita ad un’associazione che ricordasse mia moglie e le sue passioni. Spesso, quando mancano gli uomini, si dà vita a memorial sportivi, ma in questo caso non ci sembrava che la scelta si confacesse a Ilaria. Così, ci siamo confrontati, in famiglia e con gli amici, ed è venuta fuori l’idea di organizzare un concorso fotografico. Poi i miei figli hanno lanciato la proposta del reel, un linguaggio che si adatta meglio alla loro età e al loro modo di usare i social network. Ci hanno convinti, così abbiamo costituito l’associazione e siamo partiti”, spiega Mino.
Il confronto sul tema del concorso è stato rapido e ha trovato, quasi naturalmente, il consenso di tutti: “Anche nella fase terminale della sua malattia, quando era consapevole che si stava avvicinando la sua fine, Ilaria non ha smesso di amare la vita e di vederne il bello. Ecco perché abbiamo pensato che la prima iniziativa, per ricordarla a chi l’ha conosciuta e farla conoscere a chi questa fortuna non l’ha avuta, fosse proprio qualcosa che avesse a che fare con la bellezza della vita”, aggiunge la sorella Maria Carmela.
Un atteggiamento di serena accettazione che, oltre che nella forza caratteriale che, da Ariete di razza, la definiva, trovava nutrimento nella fede cristiana che coltivava in modo personale e con la partecipazione, insieme a marito e figli, ai gruppi di preghiera che frequentava nell’intimo della sua strettissima cerchia familiare, lontana dalle pubbliche esibizioni farisaiche di devozione, che invece detestava. Come madre di tre ragazzi, Ilaria Scianaro sentiva impellente la responsabilità educativa di allevarli nel rispetto della figura femminile. Le stavano a cuore la parità di genere e la lotta contro la violenza sulle donne: per questa ragione, tra le attività che l’aps VivIlaria si propone in futuro, c’è l’impegno a sensibilizzare sul tema in tutti i contesti in cui sia possibile farlo.
Intanto, dal 15 marzo al 16 aprile, giorno del suo compleanno, sono aperte le iscrizioni al concorso: a partire dal 17 aprile e per il mese successivo, si potranno inviare i “reel” accompagnati dall’hashtag #ilariascianaro, che saranno pubblicati sulla pagina Instagram “vivilariaaps”, già oggi online. Il giudizio insindacabile del pubblico social e di una giuria di professionisti determinerà l’esito del concorso e le sei premiazioni in denaro, secondo le modalità di partecipazione illustrate nel regolamento disponibile sul registro elettronico delle scuole interessate. I premi saranno consegnati durante una cerimonia aperta al pubblico in programma domenica 2 giugno nella piazza d’armi del Castello normanno-svevo di Mesagne, con il patrocinio del Comune della città messapica e la collaborazione del dirigente scolastico dell’istituto Epifanio Ferdinando, Mario Palmisano.
“La presenza nelle scuole è importante, perché l’esempio di Ilaria arrivi alle nuove generazioni. Era una persona generosa, coraggiosa e forte, credeva in se stessa senza essere presuntuosa ed era dotata della grande capacità di far crescere negli altri l’autostima, soprattutto quando si accorgeva che qualcuno si sottovalutava. Penso che il modo migliore per descriverla sia dire che aveva il talento di valorizzare i talenti altrui”, chiarisce Mino… e la descrizione potrebbe finire lì, se non fosse che, dopo una pausa necessaria a respirare a petto pieno il ricordo della moglie, con la gratitudine di chi è stato in qualche modo salvato, aggiunge “Ci è riuscita anche con me”.
Il 21 marzo di quest’anno saranno diciotto mesi da quando il mondo è costretto a fare a meno di Ilaria Scianaro. In questo tempo durissimo, la famiglia ha ricevuto moltissime dimostrazioni di affetto: “C’è stato chi ci ha scritto e telefonato, chi ha condiviso sui social foto con Ilaria, o le albe e i tramonti che tanto le piacevano, chi le ha dedicato un libro, chi è passato a trovarla e ha lasciato un pensiero o un fiore, chi ha voluto abbellire la sua tomba, chi ha pensato di ricordarla con le preghiere e le messe in suffragio, chi ha addirittura realizzato delle opere d’arte in suo onore. È stata la prova di quanto mia sorella si sia fatta amare e di quanto per noi sia difficile andare avanti senza di lei. Ma voglio pensare che la sua luce ci guiderà. So che abbiamo il dovere di vivere anche per lei. Anzi, di rendere terreni i suoi desideri. E il suo desiderio più grande era quello di crescere con amore i suoi figli. Adesso il dovere, mio, di mio cognato e di tutta la nostra famiglia è questo, finché vivremo. La natura della felicità sta nell’amore che metti in tutto quello che fai: Ilaria lo aveva capito. Ecco perché, anche quando mi sento persa nel dolore della sua assenza, mia sorella, che era Amore, è con me”, conclude Maria Carmela.
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