Una pietra d’inciampo è stata posta nella mattinata di oggi, 14 marzo, davanti alla chiesa di San Rocco, a Ceglie Messapica, per ricordare il madonnaro di origine cegliese Leonardo Vitale: l’uomo, rapinato a Lecce dal 24enne senegalese senza fissa dimora Mamadou Lamin, morì sei giorni dopo all’ospedale Vito Fazzi per le conseguenze della grave emorragia cerebrale sviluppatasi durante la caduta provocata dall’aggressione (il clochard voleva sottrarre a Vitale i contanti che gli aveva visto riporre in un trolley, appena 37 euro).
La pietra reca la suggestiva scritta “L’arte sia divulgativa di Bellezza, Fratellanza e Amore”.
Alla cerimonia erano presenti autorità civili, famigliari e amici del madonnaro e la professoressa Anna Maria Andriani, autrice del libro “Dal cielo … per le vie del mondo. Leonardo Vitale e l’arte madonnara”, scritto in ricordo dell’artista, molto amato in tutto il Salento.
Il primo a poggiare il piede sulla pietra è stato Giuseppe Vitale, figlio di Leonardo, che ha ringraziato quanti continuano a tenere viva la memoria del padre.
Lamin, dopo una pena di nove anni di reclusione comminatagli in primo grado, è stato condannato in appello a sei anni, in quanto la Corte ha riqualificato i reati da omicidio preterintenzionale e rapina a morte come conseguenza di altro reato e furto con strappo.
Lamin ha sempre sostenuto di non avere avuto intenzione di uccidere Vitale, ma soltanto di volerlo derubare, in quanto affamato da giorni.