Brindisi Capitale, la libertà di stampa nacque qui: gli storici locali lo raccontano a palazzo Nervegna

La libertà di stampa, cancellata dal ventennio fascista, viene ripristinata a Brindisi, proprio nei mesi in cui la città diviene Capitale d’Italia perché è qui (dal settembre 1943 al febbraio 1944) che il re e il governo si sono rifugiati. Ne traggono beneficio dapprima i siciliani, che mandano alle stampe “La Sicilia” a Caltanissetta, poi ancora “La Sicilia” con redazione a Palermo, “Il Corriere di Sicilia” a Catania e infine a Messina il trisettimanale “Il Notiziario”.

A Brindisi Capitale il primo foglio a comparire in edicola è “L’Italia del popolo”. Di questo momento storico, che aprirà le porte alla riaffermazione della democrazia in Italia, si parlerà sabato 8 ottobre, alle 17.30, nella sala Università del Palazzo Granafei-Nervegna. L’incontro rappresenta la continuazione ideale di quello avvenuto nei giorni scorsi a Bruxelles dove è stato celebrato proprio il momento storico in cui a Brindisi rinacque la libertà di stampa in Italia. Il convegno è stato organizzato dal Comune di Brindisi, Eapo&ic, Associazione nazionale Carabinieri sezione di Roma e Rotary.

I lavori saranno aperti da Mauro D’Attis, membro titolare del Comitato delle regioni a Bruxelles. Dopo i saluti della sindaca Angela Carluccio e del prefetto Annunziato Verdè, quattro relatori racconteranno quel particolare periodo storico brindisino che sfociò nella legge sulla libertà di stampa: Gino Falleri (presidente di Eapo&ic e Gus), lo storico Giuseppe Teodoro Andriani, Giancarlo Sacrestano, giornalista esperto di storia locale, e Katiuscia Di Rocco, direttore della Biblioteca Arcivescovile “De Leo”. Le conclusioni saranno di Carlo Felice Corsetti, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti.