
Brindisi si schiera finalmente in maniera durissima contro il gioco d’azzardo e la ludopatia. L’istituzione di un registro delle attività con marchio “Libero da slot” per contrastare il gioco d’azzardo patologico, un’imposizione fiscale più dura da parte del Comune nei confronti di locali che hanno installato o intendono installare macchine da gioco, il divieto di aprire sale giochi in immobili comunali: sono alcuni degli impegni chiesti alla sindaca con un ordine del giorno presentato in Consiglio comunale dal gruppo di maggioranza (relatore Luciano Loiacono) e approvato all’unanimità.
Nell’ordine del giorno è previsto anche di inserire nei bandi di assegnazione di spazi pubblicitari comunali l’impegno formale del concessionario non promuovere il gioco d’azzardo. Il Comune dovrà promuovere e sostenere campagne di sensibilizzazione e di informazione sui soggetti a rischio.
L’iniziativa della maggioranza è scaturita dal fatto che i Comuni devono istituire un pubblico elenco degli esercizi in possesso del marchio “Libero da slot” e vigilare su orari, modalità di gioco e distanza da luoghi sensibili di sale in cui si pratica il gioco d’azzardo.
Iniziative fiscali che agevolano le attività commerciali che rinunciano a posizionare macchinette da gioco sono state già adottate da altre amministrazioni comunali. “Tali scelte”, ha sostenuto la maggioranza, “daranno un segnale forte alla cittadinanza brindisina, valendo come un concreto strumento di contrasto alle possibili derive ludopatiche e ponendo in atto un intento istituzionale di rilevante dimensione etica e morale. Ciò rappresenterebbe anche un modo per avvicinare cittadini e istituzioni, in primis nella persona della sindaca”.
Su richiesta del gruppo Noi Centro-Brindisi Prima di tutto, con intervento della consigliera Emanuela Napolitano, è stato determinato di inserire nella campagna di sensibilizzazione e informazione contro il gioco d’azzardo un sito internet (www.senzaslot.it) che permette di trovare nella propria città il locale senza macchinette mangia soldi.
L’ordine del giorno è stato approvato anche con i voti dell’opposizione.