Detenuto si impicca, il medico lo salva dopo mezz’ora di massaggio cardiaco. Applausi dalle altre celle

Un detenuto che si impicca, gli altri che danno l’allarme, un medico che interviene per un tentativo disperato, gli agenti di polizia penitenziaria che si improvvisano infermieri. E dopo mezzora di massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca, il detenuto ritorna in vita e dalle celle vicine si alza un applauso per il medico che ha salvato uno di loro, e gli agenti si danno pacche sulle spalle. E per una notte in carcere tutti sono dalla stessa parte.
E’ accaduto tra lunedì e martedì, all’1.30 del mattino, in una cella della casa circondariale di Brindisi. Un detenuto va in bagno e si ritrova davanti un compagno di cella impiccato allo sciacquone con un asciugamano. E’ cianotico. Il detenuto dà l’allarme, arrivano gli agenti di polizia penitenziaria che chiamano il medico di turno in carcere, quella notte il dottor Dino Furioso.
Un agente afferra l’impiccato per le gambe sollevandolo, un altro lo libera dal cappio alla gola. Lo stendono su un tavolo della cella, non c’è tempo per portarlo in ospedale.
L’uomo, 47 anni, destinato a una lunga pena detentiva, non respira, sembra privo di vita. Il dottor Furioso non si dà per vinto e ingaggia una dura battaglia contro la morte: un lungo massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca. Lo aiutano per quello che possono gli stessi detenuti della cella.
Dopo oltre mezz’ora il miracolo. Il detenuto riprende a respirare. Arrivano i sanitari del 118 per la stabilizzazione. E’ salvo. Dalle altre celle parte un applauso liberatorio all’indirizzo del medico e di chi lo ha aiutato. Per una notte, nel carcere, sono tutti dalla stessa parte.