Furti, denunce ed epurazioni: i “grillini” di Brindisi si spaccano in cinque

Spaccature, epurazioni, furti di password, denunce alla magistratura. E’ quanto sta accadendo da ormai qualche mese all’intero del “Movimento 5 stelle” di Brindisi: o almeno in quel che ne resta. In un precedente articolo avevamo scritto di una separazione dei seguaci brindisini di Beppe Grillo in due gruppi. Ma è stato un errore. Le fazioni, o meglio i “meetup” presenti nel solo capoluogo, sono addirittura cinque. Tutti l’un contro l’altro armati, tutti a proclamare la propria autenticità: “Il vero Movimento 5 Stelle siamo noi”, “no, siamo noi”, “ma che dite, siamo noi”.

Una contesa finita anche in Procura. La magistratura brindisina sta infatti indagando sul presunto furto della password del sito internet “Amici di Beppe Grillo Brindisi”, al quale erano iscritti tutti i grillini della città prima che avesse inizio la diaspora. Non una roba da niente, sia chiaro. L’intera attività del Movimento 5 stelle di ogni singola città si svolge infatti all’interno del “meetup” di quella città. Brindisi aveva il suo. Possedere la password del meetup equivale quindi ad avere il potere di decidere, di organizzare, di iscrivere, di depennare, di censurare, per nome e per conto del Movimento.
In origine la chiave del meetup di Brindisi era – a voler semplificare – nelle mani di Massimiliano De Noia, democraticamente eletto dagli iscritti “organizer” (cioè responsabile) del meetup.

Fino a dicembre scorso tutto sembrava procedere per il meglio. Poi, con l’approssimarsi delle elezioni politiche di febbraio che hanno visto trionfare anche a Brindisi il “Movimento 5 stelle” col 30 percento dei consensi, gli attriti hanno cominciato a farsi sentire.
Il primo a mollare il gruppo e il meetup “Amici di Beppe Grillo Brindisi”, per fondarne un secondo è Gennaro Iannotta, aspirante parlamentare, entrato in conflitto con gli altri iscritti perché solito – dicono – sponsorizzare banchetti e iniziative di altri partiti: dal Pd a Sel, passando per Brindisi Bene Comune.
La prima spaccatura è così consumata. Quel che non si consuma sono però le contese interne.

Altri due aspiranti parlamentari del gruppo, Francesco Bevacqua e Gianni Muci, entrano in conflitto tra loro. Si cerca la mediazione, e per un po’ l’impresa riesce. Il Movimento, ebbro di felicità per il successo delle politiche, comincia a muoversi, organizzando una martellante campagna per la trasparenza degli atti nell’Autorità portuale. Sono loro a innescare la bomba sotto la sedia di Hercules Haralambides, esplosa solo negli ultimi mesi. Una battaglia della quale si impossesseranno però gli altri partiti, perché in primavera il “Movimento 5 stelle” implode definitivamente.

In primavera Massimiliano De Noia, il “responsabile” del primo meetup e un’altra ventina di grillini scoprono da un giorno all’altro di essere stati cancellati dal sito internet. Che per un “grillino” equivale a una morte civile e politica. Ma espulsi da chi? Non si sa. De Noia prova ad entrare nel meetup, ma non ci riesce. Qualcuno gli avrebbe sottratto la password, ma non sa chi. E’ l’inizio della diaspora.

L’aspirante parlamentare Francesco Bevacqua, il cassiere Giovanni De Mitri e un terzo iscritto, Marcello Martena, fondano un terzo meetup. Mentre Gianni Muci (altro candidato alle parlamentarie) ne forma con altri un quarto. L’idea è di creare, con quest’ennesimo gruppo, una specie di prosecuzione momentanea del primo meetup, quello originario di cui tutti facevano parte, e che nel frattempo dopo l’epurazione di De Noia e altri si è di fatto bloccato.
Il carattere temporaneo del quarto gruppo è legato ai tempi della Giustizia. Prima di fondarlo infatti i suoi componenti hanno denunciato alla polizia postale il furto della password. Quindi, il messaggio è questo: fino a che la magistratura non concluderà il suo corso ed accerterà che gli espulsi sono stati epurati illeggittimamente da chi ha rubato loro la password spaccando così il Movimento, il primo meetup siamo noi.

A De Noia l’idea piace. Ma per far intendere che è questo, il quarto, il gruppo autentico, è necessario che sia nominato lui “responsabile” del meetup, in segno di continuità col primo. Il discorso non fa una piega. Ma gli altri gli rispondono picche.
Massimiliano De Noia e Laura Schena, altra responsabile del gruppo originario, decidono allora di fare da sé, fondando un altro, ennesimo meetup, il quinto, dal nome “Brindisi attiva” o “politica brindisina”.

Nel frattempo accade qualcosa di strano. Sul meetup originario, quello da cui tutto è partito, di cui tutti facevano parte, e la cui password era nelle mani di De Noia prima che ignoti se ne impossessassero, compare il nuovo nome dell’ “organizer”: Gianni De Mitri, l’ex cassiere, tra i fondatori del terzo gruppo. La password insomma ora è nelle sue mani. Ma il sito è praticamente fermo. E prima che Senza Colonne News se ne occupasse, anche visibile a tutti. Ora non più. Poche ore dopo la pubblicazione dell’articolo il meetup è divenuto accessibile solo agli iscritti.

Emilio Mola