Fuochi esplosi, rilievi della polizia scientifica

Sono ancora a lavoro gli agenti della polizia scientifica e i vigili del fuoco sull’area interessata dalla deflagrazione del furgone contenente i fuochi d’artificio, che erano pronti a regalare emozioni alla festa di S. Oronzo ieri sera a Lecce, provocando tre feriti di cui uno molto grave. La superficie, che si trova in via Potenza, contrada Masseria Grande a due passi dallo stadio di Via del Mare, è stata posta sotto sequestro. Alle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Emilio Arnesano, partecipa anche lo Spesal, poiché l’episodio è stato collocato come un incidente del lavoro.

In mano gli inquirenti, a poco più di dodici ore dall’accaduto, hanno ben poco. Le verifiche e accertamenti eseguiti per tutta la notte dalle forze dell’ordine e uomini del 115, non hanno portato a risultati soddisfacenti. I punti interrogatavi, dell’inchiesta che è stata aperta dopo l’esplosione dei fuochi d’artificio, sono ancora molti.

Sarebbe dovuto essere il momento più bello, quello più atteso, gli occhi verso il cielo per attendere lo spettacolo che assicura sempre grande emozione: ma ieri sera a Lecce, tutto ciò, non è avvenuto. L’attesa si è trasformata in tragedia.

Secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, Fabrizio Castelluzzo, il fuochista, titolare della ditta di fuochi d’artificio e il più grave dei tre feriti, si trovava all’interno del furgoncino Fiat Iveco, ed era intento a preparare le cariche esplosive delle tre batterie per inserirle nei mortai di lancio. Forse una manovra azzardata, uno sfregamento improvviso, oppure una alterazione dei giochi pirotecnici causata dall’umidità, o forse ancora un eventuale cattivo stato di conservazione del materiale o ancora il danneggiamento dello stesso durante il trasporto, sono le possibili cause al vaglio degli esperti. Tutti i fuochi, così come è stato accertato, erano legalmente autorizzati.

Maristella De Michele