Viaggi, cene e pranzi in famiglia, anche e soprattutto durante le festività classiche, per scambiarsi anche considerevoli quantitativi di cocaina poi destinati sia al grande sia al piccolo spaccio. Un sistema collaudato, quello scoperto dai carabinieri della compagnia di Brindisi che, dopo diversi mesi d’indagini accurate, hanno arrestato – eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giuseppe Licci – questa mattina cinque giovani: Vincenzo d’Ignazio, 35enne di Brindisi, è ai domiciliari; Francesco D’Urso, 33enne di Brindisi, è in carcere; Giuseppe Di Bello, 34enne di Brindisi, già detenuto per rapina; Roberto Maggio, 36enne di Brindisi, già sorvegliato speciale; Cosimo Santoro, 53enne di Lecce, già sottoposto a obbligo di dimora. Ci sono ancora più di 20 persone sottoposte a indagine, mentre 27 sono già state denunciate o arrestate in precedenza. L’approvvigionamento di droga avveniva a Napoli, mentre poi l’attività di spaccio si concentrava tra Brindisi e Lecce, dove il referente era Santoro. Coinvolgendo le famiglie, gli arrestati e altre persone sotto indagine avrebbero intrecciato una rete del traffico di stupefacenti di grosse dimensioni: nel corso delle diverse operazioni susseguitesi nel tempo e cominciate con l’arresto nel 2011 di Salvatore Mazzarella, campano d’origine trapiantato a Brindisi, sono stati sottoposte a sequestro diverse centinaia di grammi di cocaina e finanche una pistola calibro 6,35, con tre cartucce, trovata in possesso di Tommaso Ferrero il 31 maggio 2011 nella Villa Ferrero, adesso locale della costa Nord di Brindisi. Il piccolo smercio era affidato agli spacciatori di secondo livello, mentre le trattative più importanti sarebbero passate dai cinque arrestati oggi con famiglie al seguito. Tanti i week end, apparentemente insospettabili, passati al setaccio dagli investigatori: gite fuori porta reali in cui, evidentemente, si univa l’utile al dilettevole.