Confermata in Appello la condanna a 14 anni di reclusione per il latianese Marcello Recchia, 40 anni, che il 16 febbraio del 2012 sgozzò la madre, la 77enne Tomassina Ugonotti, con un coltello da cucina. In primo grado il consulente nominato dal tribunale aveva già accertato la parziale incapacità di intendere e di volere del 39enne, fino ad allora sottoposto a cinque trattamenti sanitari obbligatori.
L’omicidio si consumò nell’abitazione al civico 89 di via Risorgimento, periferia di Latiano. Dopo essere rimasto per oltre un’ora da solo con la madre morta in casa, l’allora trentottenne si decise a chiamare i carabinieri. “Venite a casa – disse – ho ucciso mia madre”. E quando i militari giunsero sul posto fu lui stesso ad aprire la porta. Ma per Tommasina Ugolotti non c’era più niente da fare, era sul pavimento, in cucina, in un lago di sangue.
Fu lui, figlio della vittima a raccontare agli investigatori quello che era successo.
C’era stata una violenta discussione. L’ennesima. Poi l’omicidio. Gli elementi raccolti sul luogo del delitto dai carabinieri confermarono il racconto di Recchia.
“Non mi voleva bene” disse agli inquirenti. Come spiegò il fratello Cosimo a pochi giorni dalla tragedia: “Marcello non stava bene, dava di matto: arrivavano i carabinieri l’ambulanza lo portavano via, ma ogn volta puntualmente tornava a casa. Ci abbiamo provato tante volte a farlo ricoverare ma non ci siamo mai riusciti. Ci rivolgemmo anche a un medico di Bari, ma nessuno è mai riuscito a fare niente”.