Tarantini, l’uomo delle escort a Berlusconi: “All’Asl di Brindisi mi portò Dipietrangelo”

Un “inciucio” antelitteram. La prova provata che Pd e Pdl, al di là dei battibecchi di facciata mandati in scena tra i salotti buoni della tv, fossero in realtà amanti segreti e passionali. Prima che la liaison venisse alla luce e i due partiti dichiarassero il loro amore al mondo intero prima sotto il governo Monti, ora con quello Letta, Pd e Pdl erano soliti intrecciare affari dietro le quinte, lontano dagli occhi indiscreti dei propri elettori. Così accadeva che Carmine Dipietranelo, notoriamente braccio destro nel Brindisino di Massimo D’Alema, suggerisse alla direzione dell’Asl di Brindisi il nome dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini per la fornitura di attrezzature mediche.

Gianpaolo Tarantini, per intendersi, è l’uomo accusato di aver reclutato tra il 2008 e il 2009 prostitute a profusione all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presso la sua residenza capitolina a Palazzo Grazioli. I rapporti di Tarantini col Pd, oltre che col leader del Pdl, non sono cosa nuova. L’imprenditore barese lo scorso dicembre ha già incassato una condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione per aver fornito escort anche all’ex vicepresidente della Regione Puglia Sandro Frisullo (condannato a 2 anni e 8 mesi) in cambio di un occhio di riguardo nella gestione degli appalti dell’Asl di Lecce. Insomma, Tarantini lavorava così: prostitute in cambio di lavoro. Senza fare distinzioni di colore politico tra Pd e Pdl. Era la sua bicamerale. Una bicamerale da letto.

Scoperto e interrogato dai magistrati Tarantini ha sempre confessato gran parte delle accuse a lui rivolte. E proprio per questa sua propensione a collaborare con la giustizia, è stato ascoltato nel 2010 anche dagli investigatori della Guardia di Finanza che indagavano sugli appalti nell’Asl di Brindisi, sfociata la scorsa settimana con i 22 arresti di dirigenti e imprenditori. Ascoltato dagli inquirenti Tarantini ha confermato l’esistenza di una gestione deviata degli appalti pubblici all’interno dell’Asl di Brindisi. Precisando che, si legge nell’informativa della Guardia di Finanza, “la sua presenza quale fornitore della Asl di Brindisi fu caldeggiata dall’ex vicepresidente del Consiglio regionale, eletto nelle liste del Pd, Carmine Dipietrangelo”. Il quale, scrivono gli investigatori: “Ebbe a presentargli l’allora direttore amministrativo della Asl, Alfredo Rampino”.

Nonostante l’interessamento di Dipietrangelo Tarantini, allora interessato a rientrare nella più lucrosa sfera d’influenza di Silvio Berlusconi, non perfezionò con l’Asl di Brindisi grossi affari “in quanto non ritenuta una sede strategica per i suoi affari”. Tuttavia tra il 2006 e il 2007 l’imprenditore barese intrattenne rapporti di fornitura col neurochirurgo Martellotta e con il reparto di cardiochirurgia, ai quali procurò materiale sanitario per conto della Siad.

Agli investigatori Tarantini ha spiegato di aver partecipato presso l’Asl di Brindisi a gare d’appalto, “ma solo a trattative private come avvenuto presso il P .0. di Ostuni ove avrebbe tentato di turbare la gara per la fornitura di una colonna artroscopica richiedendo al primario dr. Loconte di stilare il bando di gara indicando le caratteristiche del macchinario che solo la sua impresa poteva fornire”.

Emilio Mola

(3 – continua)