Rabbia dei bambini: può essere curata con un abbraccio

Non è possibile che sia stato mio figlio  a far questo….
Non capisco diventa così rabbioso che non lo riconosco più….
difronte a comportamenti violenti dei propri  figli ne negano la matrice oppure diventano censori e repressivi per cercare di arginare gli episodi. A loro dispetto invece il fenomeno spesso si incrementa e non c’è punizione o promessa persecutoria che funzioni; come non sembrano funzionare neppure atteggiamenti opposti : “se non lo fai più ti prometto che…”, promesse vissute come ricatti che più in là nel tempo torneranno indietro come un boomerang: “se mi compri questo mi comporterò bene”.
Quando ogni tentativo di sedare la ribellione è giudicato inutile i genitori si arrendono dichiarando che il figlio è “cattivo”, qualcuno che è “ribelle e forse iperattivo”, qualcun altro subisce silenziosamente e disperatamente confidando che passerà e intanto mette toppe lì dove avviene il danno.
Cominciamo col dire che la rabbia è un’emozione e che un’emozione non è altro che una risposta comportamentale ad uno stimolo esterno; a  voler essere più precisi, l’emozione è quella complessa catena di eventi compresa tra la comparsa dello stimolo scatenante e l’esecuzione del comportamento di risposta. 
L’emozione si manifesta su più livelli differenti: psicologico, comportamentale e fisiologico. Quando ci emozioniamo, per esempio, le pulsazioni aumentano o arrossiamo o sudiamo, la nostra lucidità mentale e il nostro autocontrollo si riducono e siamo indotti ad assumere comportamenti automatici, parzialmente o pienamente inconsci (se abbiamo paura fuggiamo).Le emozioni hanno funzioni diverse e importanti: per esempio, rendere più efficace la reazione dell’individuo ai fini della sopravvivenza, ma anche favorire la comunicazione sociale, farci comprendere i nostri cambiamenti psicofisici, renderci consapevoli dei nostri bisogni e dei nostri obiettivi, farci apprendere da eventi e situazioni, e altro ancora.
La rabbia è una delle emozioni di più difficile gestione, essa nasce da uno stato di sofferenza e tende a distruggere la causa di questa sofferenza, questa caratteristica può spaventare anche chi la prova : “mi ha fatto così arrabbiare che vorrei romperle la testa, ma poi cosa accadrebbe?”.  Il carattere distruttivo della rabbia se eccessivo può sortire l’effetto opposto a quello desiderato, per esempio l’allontanamento delle persone da cui ci aspetteremmo aiuto e amore.
È quello che quasi sempre accade ai bambini, le loro aggressioni spaventano i compagni, turbano gli insegnanti e fanno sentire lontani i genitori.
La rabbia è tanto più forte quanto più grande è la frustrazione subita, quando si viene umiliati, offesi, derisi, l’io narciso viene ferito a morte e si scatena il desiderio di distruggere la causa di un dolore così grande. Il bambino più lento nella gara di lettura a scuola, quello preso in giro perché ha gli occhiali, subisce questo genere di frustrazione e la rabbia che ne viene genererà comportamenti violenti che non sempre si manifestano sul momento, ma in occasioni apparentemente inspiegabili.
Più violenta e difficile da gestire è la rabbia frutto di impotenza, nasce con la consapevolezza che l’evento doloroso non può essere modificato da nulla e nessuno e così la rabbia si scatena compulsivamente e può rivolgere il desiderio distruttivo anche verso il soggetto stesso. Ad esempio bambini che sbattono la testa contro il muro, o si strappano i capelli, o si feriscono con le unghie, vivono questo senso di impotenza verso qualcosa che li ha feriti irrimediabilmente (un lutto, una separazione in famiglia,).. La rabbia impotente è, così, il massimo della solitudine, anche perché spesso è accompagnata da sentimenti di colpa e inadeguatezza, legati al senso di impotenza e alla distruttività.
 
Solo se si riesce a cogliere la sensatezza della sua rabbia, si può aiutare il bambino a imparare a gestirla, non bisogna fermarsi al comportamento ma cercare le ragioni dello stesso. Quando il colloquio non  ha spazio l’abbraccio conserva la sua efficacia, perché l’amore e non già le punizioni risarciscono di un torto.
 
 
Dott.ssa Federica Protopapa
Dott. Luigi Persano