L’ennesima prova di forza della New Basket Brindisi, questa volta ai danni di Cantù, ha tolto gli ultimi dubbi: sarà un campionato di vertice. Lo dice la classifica, lo dice il campo, lo dicono i numeri e ora lo dicono anche i precedenti. Negli ultimi vent’anni, la squadra in testa all’ottava giornata di campionato è finita sempre ai playoff. I ragazzi di Bucchi, domenica scorsa hanno messo sotto l’ennesima big. Dopo Milano, Varese e Reggio Emilia, a piegarsi allo straripante stato di forma dei biancoazzurri è stata Cantù. Ormai non fa quasi più notizia il fatto che mostri sacri del basket cadano sotto i colpi dell’Enel Basket. Lontani i tempi di quando una vittoria, con Siena ad esempio, valeva una stagione. Ora Brindisi è una realtà importante, è sul punto più alto della sua storia, l’apice di un progetto nato dieci anni fa e rivitalizzato più volte, sempre alla ricerca di miglioramenti sotto ogni punto di vista: manageriale, tecnico e organizzativo.
Questa squadra incanta, vince e convince. Spesso si ha anche l’impressione che sia abbastanza facile per Dyson e company, premere sull’acceleratore e spaccare la partita in due. E si ha anche l’impressione che a mettere in discussione il risultato stesso, possa essere la stessa Enel, come è successo nelle ultime due gare con Caserta e Cantù. Perche finora nessuno ha messo davvero alle corde i biancoazzurri. La maturazione di un gruppo giovane, come ama descrivere i suoi coach Bucchi, passa anche e sopratutto dalla gestione dei caldi minuti finali. E Dio solo Sa quanto sia importante questo aspetto, sopratutto perché sprecare l’oro prodotto in trenta-trencinque minuti sarebbe un peccato mortale. Enel Basket prima in classifica dunque, con una serie positiva che è divenuta di sei gare vinte in fila. L’ambiente e la città sognano ad occhi aperti ma come è giusto che sia, l’imperativo è tenere i piedi per terra e volare basso. Eppure, la storia di questi ultimi vent’anni di campionato italiano, una spinta in più la da,eccome se la dà. Dal torneo del 1993 sino ai giorni nostri, solo in una occasione chi guidava la classifica all’ottava giornata non è riuscita a centrare i playoff.
Dalla Virtus Bologna, alla Fortitudo Bologna, passando per la Benetton Treviso, l’Olimpia Milano, la Stefanel Trieste e la Scaligera Verona, sino all’egemonia della Mens Sana Siena: tutte in testa a metà del girone di andata e tutte puntualmente con il biglietto in tasca per i playoff all’ultima di campionato. Addirittura, in nove occasioni, la capolista dell’ottava giornata ha finito la corsa sempre al primo posto alla fine della regular season. Ad onor del vero si parla di vere e proprie corazzate, come la Kinder di Danilovic o la Benetton di Messina, Edney e Garbajosa. Il solo fatto che Brindisi possa essere accostata a tanta grazia vale già un mezzo scudetto. Nelle occasioni restanti, la stagione regolare si è conclusa con quarto posto nel peggiore dei casi. Singolare solo il campionato della Birex Verona nell’annata 1994-1995: girone d’andata spumeggiante, al comando della classifica per diverse giornate. Poi il calo fisiologico, ma ciò nonostante, l’ingresso ai playoff e la corsa sino ai quarti di finale, conclusa per mano dell’allora Filodoro Bologna.
Unico caso in cui la tradizione non è stata rispettata, risale al campionato 2005-2006 : si parla della VidiVici Bologna targata Markoski. David Bluthental, Kris Lang e Marko Milic furono protagonisti di un avvio scintillante, per poi calare drasticamente intorno alla metà del girone di ritorno e rimanere a bocca ascitutta proprio nell’ultima giornata, quando fu raggiunta in volata e a quota 38 dall’Angelico Biella dei miracoli, qualificata in virtù degli scontri diretti a favore. A pesare parecchio, fu la sconfitta rimediata nell’ultima giornata di campionato sul campo della Carpisa Napoli, che aveva in panchina tale Bucchi Piero. Uno che con i playoff, pare che ci sappia fare.
Fabrizio Campagnoli