Li avevano accusati d’aver gettato rifiuti speciali, tra cui pannelli di truciolato raccolti lungo il litorale, nei cassonetti destinati ai rifiuti solidi urbani. Scattò la denuncia, e l’onta di vedersi additati come autori di presunte violazioni alla normativa ambientale sugli organi di informazione. Oggi, dopo tre anni di “traversie giudiziarie”, il rappresentante legale della “Smepa” Giovanni Ingenito e il suo dipendenti Lorenzo Altomare – difesi dagli avvocati Giuseppe Lanzalone e Stefano Lino – sono stati assolti. E con la formula più ampia possibile, dal momento che per il tribunale di Brindisi il “il fatto non è stato commesso”.
L’azienda, titolare dei servizi di disinfezione e disinfestazione dei litorali brindisini, balzò agli oneri della cronaca nel settembre del 2010. Gli investigatori ritennero d’aver accertato il versamento di rifiuti speciali da parte di un dipendente della Smepa in cassonetti destinati ai rifiuti “comuni”. A procedimento concluso, la Giustizia ha accertato che no, le cose non stavano così. Gli imputati hanno patito tre anni di processo da innocenti, e oggi lamentano l’amarezza per aver “subito oltre alla gogna mediatica, notevoli danni”. “La Smepa infatti – si legge in una nota dell’azienda – oltre ad aver subito il sequestro di un mezzo, ha sofferto di un notevole danno di immagine, in conseguenza del quale ha visto ridurre drasticamente le commesse e gli appalti, specie da parte delle pubbliche amministrazioni”.