Abbiamo perso l’abitudine verso i nostri figli di occuparci del benessere delle carezze, c’è un eccessivo interesse del mondo adulto per il culto del vestire, dell’alimentazione ecc. I nostri figli sono impegnati con le famose attività extrascolastiche : palestra per rinforzare i muscoli per curare l’obesità, nuoto per la scoliosi, ripetizioni scolastiche per non sfigurare a scuola; c’è un interesse solo per un Io corporeo accompagnato ad una spasmodica attenzione verso i beni materiali: telefonini all’ultima moda, tablet, mini computer. In questo modo dimentichiamo una parte fondamentale dell’essere umano , quella parte dove sono racchiuse emozioni, sentimenti , capacità di amare. Per dirla con Hillman : fare Anima.
Per un’armonia e per un equilibrio interiore gli elementi: fisico, intellettivo e psichico dovrebbero interagire tra loro. Ghandi diceva: “.. sono in equilibrio con me stesso quando: ciò che dico , ciò che penso e ciò che faccio coincidono”.
Il mondo adulto è diventato concessivo forse in questo modo ci sentiamo meno impegnati verso l’educazione dei nostri figli e diamo al concetto di libertà un’interpretazione sbagliata. I genitori dovrebbero capire gli stati d’animo dei loro figli durante l’adolescenza, comprendere i loro bisogni effettivi, le loro emozioni. I comportamenti contraddittori o apatici altro non sono se non segnali dell’anima che meriterebbero l’attenzione come se si trattassero di sintomi di una malattia fisica. E’ proprio l’età dei contrari, in cui alla gioia e alla voglia di fare tutto e subito si alternano la malinconia e il senso di impotenza, il bisogno di sentirsi al centro della vita degli altri. Queste incoerenze non dovrebbero sfuggire a un genitore, spesso basta ascoltare dei ragazzi le confidenze e i loro sogni coccolandoli e curarne le preoccupazioni, con una carezza dell’anima ,una carezza verbale che accolga il figlio nel suo insieme.
Le carezze verbali mancano nel linguaggio comune, basta dire al figlio- come stai bene oggi, mi piace molto il modo di vestire- basterebbero queste piccole cose a dar fiducia ai figli. Queste carezze fanno bene alla nostra salute psichica. Quando una parola entra dentro di noi modifica contemporaneamente, le aree cerebrali e lo stato di alcuni visceri, cioè crea un diverso stato di coscienza sia a livello psichico che somatico. A livello centrale vengono stimolate le aree centrali del nostro cervello, ma anche aree prossime all’udito, come le aree libiche e para-limbiche, luoghi dove un’emozione si trasforma in impulso fisico-chimico producendo un grande senso di benessere se la parola ascoltata era appunto una carezza.
I genitori dovrebbero sapere che la famiglia è il primo luogo dove si impara il significato della vita. Occorre , per imparare che i ruoli siano ben distinti: un padre non può essere amico del figlio bensì deve essere una guida un “ faro” un a persona autorevole, la madre dovrebbe essere accogliente e non iperprotettiva.
Gli adulti dovrebbero esser in contatto con il bambino che è dentro ad ognuno di noi, ovvero con quelli aspetti istintuali, creativi e ingenui, ancora non contaminati della vita, che rappresentano la parte più vitale e originaria di ognuno di noi. Vicino ai nostri figli chiediamoci : se fossi al suo posto cosa mi piacerebbe che mia madre o mio padre facesse? Ascoltare il proprio cuore e poi fare.
“… A mio figlio che mi baciava con trasporto non avrei detto:
Su, su, vai a lavarti che la cena è pronta, avrei detto più spesso
– ti voglio bene – e meno spesso – mi dispiace – ma soprattutto,
potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto…
lo guarderei fino a vederlo veramente…, lo vivrei e non lo restituirei mai più.”
Emma Bombek, Potendo rivedere la mia vita
Dott.ssa Federica Protopapa
Dott. Luigi Persano