I tentacoli della Scu sul fotovoltaico: pesanti richieste di condanna per il clan

Dodici anni di carcere a testa per i boss Francesco Campana e Salvatore Buccarella. Sono tra le più pesanti richieste di condanna formulate oggi dal pm Alberto Santacatterina nella requisitoria del processo con rito abbreviato celebrato davanti al gup di Lecce per il pizzo a marchio Scu sul fotovoltaico a Tuturano. Dieci gli imputati alla sbarra. Oltre che per i due capi della frangia brindisina della Sacra Corona Unita, il pm ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione per Cosimo Giardino Fai, di Tuturano; 12 anni per Raffaele Renna di San Pietro Vernotico; 8 anni e sei mesi per Vincenza Trenta, compagna di Giovanni Buccarella, padre di Salvatore; 8 anni per Antonia Caliandro, moglie di Salvatore Buccarella; 8 anni per Ronzino De Nitto, di Mesagne, braccio destro di Francesco Campana; 6 anni per Angelo Buccarella, figlio di Salvatore; 4 anni per Angelo Dimitri, di San Pietro Vernotico; 6 anni per Gabriele Giannone, di Tuturano.

Gli imputati sono accusati di estorsione ai danni degli imprenditori che negli anni scorsi hanno investito milioni di euro nel settore del fotovoltaico a Tuturano, feudo del cland brindisino oggi alla sbarra. Buccarella e soci avrebbero cercato con le buone e le cattive di accaparrarsi una buona fetta della ricca torta, in modo anche da racimolare fondi per sostenere la detenzione dei loro cari. Fra questi lo stesso Salvatore Buccarella, che secondo l’accusa avrebbe continuato a dare ordini al clan anche da dietro le sbarre. Il processo è stato aggiornato al 31 gennaio, per l’arringa dei difensori.