Non esiste l’uomo nero

In un tempo che speriamo essere lontano, almeno per modalità, si cercava di ottenere l’ubbidienza dei bambini intimorendoli, facendo presagire conseguenze nefaste causate dalle loro monellerie come l’arrivo di qualche orrendo eroe punitore o l’accadere di fatti tragici o puntando sulla disperazione ed il dolore che il loro cattivo comportamento avrebbe procurato alla mamma….!
Quando si fa paura ad un bambino per ottenere un suo comportamento positivo, lo si disorienta, lo si spaventa e soprattutto non lo si educa, perché imparerà ad ubbidire per paura e non perché avrà introiettato il concetto di bene/male e giusto/sbagliato. Meglio proporre sempre eroi positivi dunque e anche favole in cui questi eroi sconfiggono i cattivi grazie alle loro doti di bontà e gentilezza. “Beati i sognatori, gli idealisti, i teneri. Beati gli ingenui, i grandi che non hanno perso la voglia di sentirsi bambini nell’animo. Beati coloro che non rinunciano all’amore per paura….beati i cuori impavidi” . (Albert Einstein)
Per potersi allontanare da certe immagini o certi pensieri fissi occorre essere elastici: “La fiaba ed il gioco sono palestre di vita, l’una e l’altro sono strumenti preziosi per sviluppare il proprio sé e riuscire ad avere più dimestichezza con la vita e una visione del mondo più positiva. Attraverso questi metodi creativi si impara a vivere la trasformazione, cioè a entrare….i genitori dovrebbero avere “il diritto di pretendere che l’insegnante o l’educatore abbia imparato a conoscere o a dominare i propri conflitti prima di iniziare la sua opera pedagogica. Altrimenti gli allievi gli servono unicamente come materiale più o meno adatto per scaricare su di loro le sue difficoltà personali inconsce e non risolte”. (Anna Freud)
Se un bambino ha dei problemi, essi non sono dentro di lui ma anche nell’ambiente esterno, nel sistema, nella società. Così se un alunno a scuola si mostra ribelle, caparbio, apatico oppure soffre di deficit dell’attenzione, allergie, asma, iperattività, dislessia, spesso tali disturbi mascherano cause che non si possono scoprire “senza essere istruiti nell’arte di vedere nell’invisibile”. (Hillman)
I dati dei disturbi di apprendimento si dovrebbero leggere in altri modi, ed Hillman continua… “se la vita si leggesse a ritroso… si potrebbe tarare l’istruzione sull’importanza dell’intuizione”. Le intuizioni arrivano non le facciamo noi, ci arrivano come conoscenze dirette senza che attraversino il pensiero logico. “L’intuizione prescinde dal pensiero ma non è uno stato emotivo, il suo tratto distintivo è l’immediatezza del processo”. (Hillman)
L’uomo nero serviva a tutelare la rigidità interiore e non certo il rispetto delle regole, forse i genitori o gli educatori in quel momento si sentivano inermi, senza possibilità.
Ci sarà capitato di attraversare una “zona desolata” e ,per non sentire paura, abbiamo chiesto ad una persona amica di farci compagnia. Ma ci sono zone in cui l’amico non basta.. .
Il termine Pedagogia ha in sé l’elemento del seguire, dell’accompagnare, il pedagogista è quella persona vicina che ci aiuta ad attraversare i momenti bui, ci segue in silenzio con amorevolezza e, a volte, ci aiuta a scavare in profondità, nelle nostre radici, fino a trovare la “sorgente”, quel luogo sicuro dentro di noi dove ci sentiamo a casa. Così possiamo poi aprirci verso i nostri figli, riconoscerne le emozioni e incoraggiarli ad avere una visione positiva di loro stessi e una buona autostima. Avere una buona autostima non significa essere docili e gentili, significa piuttosto avere coscienza dei propri punti di forza e delle proprie debolezze, accettarsi con tutto quello che si possiede di personale, avere coscienza dei propri bisogni e delle proprie responsabilità. Porsi degli obiettivi e procurarsi i mezzi per raggiungerli, avere fiducia in sé stessi.
Quando i figli sbagliano ricordiamo loro che è il comportamento che non viene approvato e non quello che sono in sé. Regaliamo ai nostri figli amore, quando i figli sentono che tra i genitori è in circolo amore loro crescono sereni. Il regalo più bello che un padre può fare ad un figlio è amare la madre e viceversa. Una parte della giornata il padre è assente, come immagine ancor più che come individuo; il padre assente è l’immagine del padre di oggi. Assente non perché , come Ulisse, è andato a combattere una guerra, ma perché si rifiuta di combattere nei rapporti. Il padre non c’è più anche quando non ha divorziato ed abita nella stessa casa. “E’ faticoso frequentare i bambini, avete ragione. Perché bisogna mettersi al loro livello. Ma non è abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli, che più stanca. È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli”. (J.Korczak)

Dott.ssa Federica Protopapa

Dott. Luigi Persano