Avrebbe voluto aiutarla a costruire la sua casa, lui è muratore provetto. Avrebbe consigliato lui a Melissa i migliori pavimenti, le tinteggiature più appropriate. Lo avrebbe fatto dopo averla accompagnata sull’altare, sognando poi di cullare poi presto i nipotini. E invece Massimo Bassi è al lavoro nel cimitero di Mesagne per costruire con le sue mani la tomba nella quale la sua bimba, la sua Melissa, riposerà per sempre.
Il Comune di Mesagne ha concesso a questa famiglia distrutta un piccolo terreno in cui ospitare la bara bianca della ragazza uccisa all’ingresso di scuola, al Morvillo-Falcone di Brindisi. Mario non ne vuole fare un monumento. L’ha pensata tante volte questa cosa. Melissa avrebbe voluto lo spazio libero, non una fredda lapide.
E così, con un progetto che è stato ottimizzato dall’architetto Massimo Tamburrano, il papà di Melissa si è rimboccato le maniche per realizzare con le sue mani l’ultima casa per quella figlia che non ha mai smesso di piangere. Ci sarà solo una croce di legno e intorno un piccolo prato.
A dargli una mano Maurizio Capodieci, il papà di Vanessa e Veronica, le due compagne di scuola di Melissa che sono rimaste gravemente ferite ma sopravvissute all’attentato. E così il cemento si impasta di sudore e lacrime e questo angolo del cimitero di Mesagne diventerà un piccolo simbolo di solidarietà e di speranza.