Società, beni immobili e conti correnti appartenenti all’imprenditore brindisino Antonio Centonze, per un valore complessivo di 600 mila euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Lecce. Centonze, brindisino, 46 anni, è stato condannato con sentenza divenuta definitiva per associazione per delinquere di stampo mafioso a tre anni e quattro mesi di reclusione. Viene considerato legato alla frangia mesagnese della Scu.
Il sequestro è stato eseguito su ordinanza emessa dal Tribunale di Brindisi su proposta di applicazione delle misure di prevenzione antimafia avanzata dal direttore della Dia di Lecce.
Ci sarebbe una sproporzione tra i redditi dichiarati da Centonze e dal suo nucleo familiare dal 2002 al 2012 rispetto al patrimonio a lui riconducibile.
Tra i beni sottoposti a sequestro, quote sociali e intero compendio aziendale dell’impresa edile “D. & D. SrL”, intestata a Tony Massimiliano De Padova e Teodoro Francesco De Padova; quote sociali e intero compendio aziendale dell’impresa edile “3C Costruzioni Generali SrL”, intestata ad Addolorata Cito e Liliana Centonze; 60% delle quote e del compendio aziendale dell’impresa “Feal SaS di Federica Centonze & C.”, intestate a Federica Centonze; una Volkswagen Golf 2.0 tdi; un immobile situato a Brindisi con box auto, cantina e posto auto; un conto corrente bancario, intestato ad una delle società sottoposte a sequestro, sul quale è delegata ad operare la figlia Liliana; E poi sedici polizze di pegno, intestate alla moglie Anna Romano. I beni sequestrati, secondo l’ipotesi investigativa, sarebbero il frutto dell’attività illecita svolta da Centonze.