“Barriere soffolte”, ecco come verranno protette le spiagge brindisine

Potrebbero essere le “barriere soffolte” la soluzione per rendere praticabili le spiagge del litorale nord di Brindisi anche nelle (frequenti) giornate di maestrale: l’Amministrazione comunale è pronta a presentare un progetto che andrebbe a incastonarsi con il piano di recupero della falesia che proprio domani mattina, venerdì 21 febbraio, sarà discusso nell’apposita seduta che vede l’apertura delle buste.

Le barriere soffolte sono delle scogliere artificiali – realizzate con il calcestruzzo – che vengono poste a una profondità di cinque metri e che sono alte due metri e mezzo, ancorate a una distanza di circa 150 metri dalla costa. Dovrebbero essere collocate per sette chilometri, partendo da Apani e scendendo a coprire buona parte del litorale nord di Brindisi, Punta del Serrone inclusa. Verranno disposte parallelamente alla costa ma ogni segmento sarà interrotto da tratti di mare per favorire il ricircolo ed evitare la formazione di stagni.

La funzione delle barriere è quella di contenere da tergo la spinta ondosa: un esperimento effettuato con successo in altre zone d’Italia e che è stato adottato per proteggere i famosi alberghi di Dubai. Un primo test per verificare la tenuta e l’efficacia delle barriere sarà effettuato nel tratto di costa antistante l’ex spiaggia ufficiali della Marina Militare. Con questo stratagemma si spera non solo di difendere l’ecosistema marino, ma soprattutto di rallentare l’arretramento delle coste e proteggere la falesia, i cui lavori di rimodulazione dovrebbero iniziare nella prima settimana di maggio. “In questo modo speriamo non solo di proteggere e tutelare le spiagge già esistenti ma di offrire la possibilità di creare nuovi stabilimenti balneari e di rendere fruibile l’intero tratto di costa a nord di Brindisi”, spiega l’assessore comunale all’Urbanistica, Lino Luperti.