Solito torna nel carcere di Rebibbia, ma stavolta non per girare un film

I carabinieri del Nucleo operativo di Brindisi erano ad attenderlo all’aeroporto di Roma Fiumicino per prenderlo in consegna dalla polizia tedesca che lo aveva catturato, in collaborazione con l’Arma, il 24 gennaio scorso: Gennaro Solito, il cegliese condannato per associazione mafiosa e che aveva scelto la strada della latitanza dopo la condanna definitiva, è da ieri nel carcere di Rebibbia. Solito si era reso irreperibile dal giugno dello scorso anno, dopo la condanna a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa, traffico di droga e tentata estorsione.

Alla luce della sentenza, il Tribunale di Brindisi avevs disposto la sostituzione dell’obbligo di dimora, cui era sottoposto, con quella della custodia in carcere, anche in considerazione delle numerose violazioni degli obblighi per le quali era stato denunciato dai carabinieri. Ma era scomparso dalla sua abitazione. A Solito sono state notificate due ordinanze: la prima riguardante appunto l’esecuzione dell’ordine di carcerazione per la condanna a 14 anni, l’altra relativa al mandato d’arresto europeo emesso dalla procura generale di Lecce.

L’uomo, ritenuto affiliato con un ruolo di spicco al clan mesagnese della Sacra corona unita (quello comandato da Vitale, Pasimeni e Vicientino), ha avuto il suo momento di notorietà partecipando al film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”, girato con gli stessi detenuti come assoluti protagonisti, all’interno del carcere di Rebibbia. Ora Solito è tornato nello stesso istituto di pena, ma questa volta senza macchine da presa e luci di scena.