8 Marzo: 62 milioni di donne europee – una su tre – hanno subìto violenza sessuale

di GIANCARLO SACRESTANO

Picchiate. Minacciate. Offese. E’ il risultato shock dell’indagine condotta dalla FRA (Europian Agency for Fundamental Right) l’agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali che ha eseguito la più imponente ricerca sociale sulla violenza alle donne. Coinvolto un campione di 42.000 donne comprese tra i 18 ed i 74 anni, dei 28 Paesi membri dell’Unione.

Mercoledì 5 marzo al Consiglio europeo a Bruxelles, Marten Kjaerum, avvocato danese, direttore della FRA, ha presentato lo studio della sua agenzia, definendo il risultato semplicemente, “inaccettabile”. È “inaccettabile”, ripeto assai umilmente anch’io, che nel 2014, 62 milioni di donne, libere cittadine europee, una ogni tre, dichiarino di aver subìto violenza fisica e/o sessuale sin dall’età di 15 anni. Nel 22% dei casi è stato il partner a compierla. Sì, proprio quel maschio che più degli altri approfitta della fiducia della donna che con lui si accompagna, che con lui ha deciso di percorrere un tratto più o meno lungo, certamente importante della propria esistenza.

Solo (!) una donna su 10 è stata invece stuprata da un uomo che non era il proprio compagno. Il 43% ha subito violenza psicologica. Il 33% è stata vittima di violenza fisica o sessuale durante l’infanzia. Il 18% ha subito almeno un episodio di stalking, un incubo che il 21% di loro ha vissuto per oltre due anni e che per molte continua ancora oggi: il 5% ne è stata vittima negli ultimi 12 mesi precedenti l’indagine, (marzo – settembre 2012) in pratica 9 milioni di donne, in Europa, vivono senza le libertà più elementari, quella di rispondere al telefono o uscire di casa. Per le strade d’Europa, la culla della civiltà del pianeta, cammina un intero popolo di donne in dolore. 62 milioni, è più della popolazione di una nazione come l’Italia, una popolazione che per il 67% è costituito da chi non ha mai denunciato l’episodio più grave di violenza subita. Un popolo di donne che vive chiuso nell’anima il dolore e la sofferenza di un’esperienza che non si cancella, le cui cicatrici non si rimarginano, altro che rose e mimose. Non c’è latitudine né differenza culturale che tenga, la donna europea è offesa con la stessa cattiveria maschile sia in Finlandia che in Grecia, in Portogallo che in Polonia. Il nostro BelPaese, non si differenzia dagli altri e se non registra la più alta percentuale di violenze, resta vero che da noi l’abusop sulla donna è considerato un affare di famiglia e c’è estrema difficoltà a denunciarlo.

Quanto il tema sia delicato e ancora tutto da denunciare, lo dimostra un altro dato: la metà delle donne europee (quasi 100milioni!) ha subìto almeno una molestia sessuale. Il 55% di loro racconta di aver subito molestie sessuali e che a un terzo è successo sul posto di lavoro. Frasi inopportune, riferimenti sessuali, messaggi espliciti sui social network sono tra i metodi più usati, ma occorre andare oltre per scoprire come persino una foto, una ripresa televisiva possa trasformarsi in una attenzione non gradita, spesso neppure gradevole. Soffermare l’inquadratura sul lato “B” della neo ministro Maria Elena Boschi, nel momento in cui firma il giuramento dinanzi al Capo dello Stato, non si tramuta certo in reato di molestia, ma almeno di attenzione morbosa, che rimarca in un tempo di squilibri etici, quanto sia labile il confine tra diritto e rispetto della dignità. Non mi rappresento come un moralista, ma come chi guarda alle aberrazioni del nostro tempo con la lente correttiva della razionalità. Avere il piacere per il bello e il il vezzo di lodarlo, non è reato, anzi, ma non capire che è molto meglio condividerlo col soggetto (non oggetto) di cui si percepisce la gradevolezza, lascia aperta la porta ad ogni forma di violenza. Tra adulti e consenzienti, si può stipulare ogni tipo di accordo, ma prevaricare il diritto dell’altro/a a condividere il piacere della scelta, deprime e soffoca quelle aspirazioni di ogni civile convivenza che è preludio ad ogni amorevole evoluzione sociale. La donna, ogni donna. L’uomo, ogni uomo, sono soggetti cui riservare amorevoli attenzioni, ma mai in nome dell’amore si potrà giustificare la molestia, la violenza, persino la morte per uccisione. Un’Europa dei popoli nasce dal rispetto delle persone, maschi, femmine, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, dalla latitudine in cui abitano nella piena condivisione delle diverse, tante ragioni culturali che costruiscono e mai distruggono rapporti.