Rapine col trucco sempre più diffuse

È un attimo: simulano un incidente, t’invitano ad accostare ed è allora, proprio allora, che sei fregato. Se abbocchi, considerati pure rapinato o rapinata. Il tranello della falsa collisione è sempre più diffuso anche nel Brindisino. La crisi, evidentemente, aguzza l’ingegno e se prima i casi ingegnosi di rapina si potevano contare sulle dita di una mano, ultimamente – tra colpi messi a segno e tentativi – il fenomeno è in espansione. È accaduto, per esempio, nei giorni scorsi a Brindisi, nei pressi del centro commerciale Le Colonne, dove un uomo in sella al suo scooter Yamaha T-Max – poi ritrovato dalla polizia – è stato prima adescato da due individui in sella a una moto, poi rapinato del mezzo. Come?

Il passeggero della moto su cui viaggiavano i malviventi ha gettato delle biglie sulla carena scooter, quindi il conducente è stato fatto accostare all’altezza di una rotatoria ed ecco che è spuntata una pistola. A quel punto non ha potuto far altro che scendere dal suo Yamaha e consegnarlo ai rapinatori. Un caso isolato? Neppure per sogno. Sempre lungo la superstrada Brindisi – Taranto, nelle vicinanze di una piazzola di sosta, a un automobilista è capitata più o meno la stessa cosa: in corsia di sorpasso, a velocità non troppo elevata, gli si è affiancata un’altra vettura di grossa cilindrata, che è rimasta per qualche secondo accanto alla sua, mantenendo la stessa velocità. A un certo punto, qualcosa è andato a sbattere contro la parte posteriore della vettura: «Qualcosa tipo un libro, di forma rettangolare – racconta il malcapitato – ha provocato un rumore sordo dopo aver cozzato contro la fiancata, ero in macchina da solo, ma ho capito quasi subito che qualcosa non quadrava: ho visto quest’oggetto cadere sull’asfalto». I sospetti che si potesse trattare di un trucco sono confermati un attimo dopo: «Pensando di aver perso un pezzo della macchina – continua il conducente – ho inizialmente rallentato, anche perché il colore dell’oggetto nello specchietto retrovisore era simile a quello della mia carrozzeria, ma nel giro di pochi secondi ho realizzato che quella cosa era stata lanciata addosso alla mia auto da quella che mi si era affiancata, probabilmente dai passeggeri seduti dietro».

«I miei timori – prosegue – si sono strasformati in certezza quando uno degli occupanti l’altra vettura, mi pare fossero in quattro, mi ha fatto cenno di accostare nella vicina piazzola di sosta, cosa che ovviamente mi sono guardato bene dal fare: ho pigiato il piede sull’acceleratore e ho guadagnato strada». Accortisi che il “pollo” poi tanto “pollo” non era, quelli che avrebbero potuto tranquillamente essere dei rapinatori gli hanno abbagliato e, in fase di sorpasso – ormai rassegnati o forse alla ricerca di un bersaglio migliore – hanno fatto dei gestacci al suo indirizzo. Tutto è bene quel che finisce bene? Quasi. «Quando sono arrivato a destinazione – conclude la scampata vittima – ho notato un bozzo sulla fiancata della mia macchina, un bozzo che spero di poter far rientrare nell’assicurazione contro gli atti vandalici da cui è coperta. Non so se sarebbe utile sporgere denuncia alle forze dell’ordine, non avendo raccolto elementi utili a indicare l’auto o chi la occupava, ma è bene che la gente sappia di questi rischi: una cosa simile potrebbe accadere a chiunque e ovunque». Occhi aperti.

Eliseo Zanzarelli