“Lei ha un cancro”: dramma per una casalinga di 47 anni. Ma il giorno dopo la clinica si scusa: “Un errore di battitura nel referto”

Invece di scrivere “frammenti di adenomioma”, ossia un problema frequente nelle donne che può provocare  irregolarità nel ciclo, hanno scritto “adenocarcinoma”, ossia cancro dell’utero. Così, per un errore di scrittura nel referto, commesso presso una clinica privata del Brindisino, una casalinga di 47 anni ha vissuto un incubo del quale resterà traccia, forse, per tutta la vita.

Tutto inizia con un normale intervento di raschiamento effettuato in sala operatoria dalla ginecoloca personale della paziente. Durante l’operazione viene effettuata, come da prassi, anche una biopsia. L’intervento ha un decorso normale e il medico non riscontra alcuna irregolarità. Ma una decina di giorni dopo a casa della donna arriva una telefonata dalla clinica con cui viene invitata a parlare con il primario con urgenza.

La donna si reca immediatamente e questi la informa che dalla biopsia è emersa l’esistenza di un carcinoma e che è necessario un intervento urgente per l’asportazione dell’utero e delle ovaie. Poi anche la chiemioterapia.

Il ritorno a casa è drammatico anche perché di recente ha perso dei parenti, proprio per cancro. Passa la notte a piangere, pensa ai suoi figli di 19 e 12 anni, al marito. La vita le scorre davanti agli occhi. Non le è servita a molto la telefonata della sua ginecologa che si dice perplessa dal referto perché quel carcinoma, operandola, non l’ha visto.

Il giorno dopo un’altra telefonata dalla stessa clinica: “Signora, una bella notizia. Lei non ha nessun cancro, c’è stato un errore di battitura nel referto”.

La reazione è di gioia e rabbia. Comincia una nuova vita, dopo averla persa e riconquistata nel giro di un giorno. Ma quelle 24 ore sono state le più lunghe e terribili della sua esistenza precedente.