
Domenico Mennitti, sindaco di Brindisi dal giugno 2004 all’agosto 2011, si è spento la scorsa notte nella sua abitazione nel cuore della città, aveva 78 anni e da tempo era assente dalle scene politiche per una malattia che aveva inesorabilmente spento la sua speciale verve.
Mennitti, nato a Termoli nel 1936 da padre ferroviere, è stato uno dei più importanti uomini politici italiani, prima ai vertici del Movimento Sociale, poi ideologo e consigliere personale di Silvio Berlusconi nel momento in cui nacque Forza Italia.
È stato ininterrottamente parlamentare dal 1979 al 1991, sempre legato alla destra dalla quale però alla fine degli anni Ottanta si allontana dopo essere stato battuto nel 1987 da Gianfranco Fini nella corsa alla segreteria nazionale del Msi. Ritorna alla sua passione originaria, quella per il giornalismo e nel 1991 diviene direttore del quotidiano napoletano Roma.
Ma l’amore per la politica è troppo forte e nel 1994 viene chiamato da Berlusconi a costruire le basi del suo sogno, un partito tutto suo: nasce così Forza Italia nel cui consiglio nazionale Mennitti assume un posto di primissimo piano. Nel 1994 fonda e dirige la rivista Ideazione, un approfondimento culturale dei temi che Forza Italia sostiene con l’appoggio di intellettuali di rango della destra moderata.
Nel 1999 il suo impegno viene premiato con uno scranno al parlamento europeo con Forza Italia.
Ma è a Brindisi che resta legato, con il cuore e con l’anima. È qui che ha conosciuto la moglie Marisa dai tempi del liceo, un amore ininterrotto e fondamentale oer tutta la sua carriera, è qui che sono nati i suoi figli Pierluigi e Barbara che hanno ereditato entrambi la sua passione per il giornalismo. E così quando nella sua città d’adozione, nella quale sin da giovanissimo si è impegnato come consigliere comunale (sempre fieramente d’opposizione) e dove ha diretto il settimanale “Gazzetta di Brindisi”, esplode lo scandalo di tangentopoli con l’arresto del sindaco e lo smembramento della giunta, accetta di tornare a casa per fornire il suo contributo al rilancio di un’immagine compromessa a livello nazionale.
Viene eletto sindaco il 13 giugno 2004 al primo turno con il 53,8 per cento dei voti. E viene riconfermato, al ballottaggio nel 2009. Ma le sue condizioni di salute non gli consentono di portare a termine il secondo mandato. Nell’aprile 2011 preannuncia le sue dimissioni che hanno effetto nel mese di agosto. Resta, fin quando può, agganciato alla vita pubblica partecipando ad alcune manifestazioni importanti, come l’inaugurazione del parco Di Giulio.
La sua casa è meta sino all’ultimo di visite di amici e di uomini politici ai quali continua a dispensare consigli e con i quali continua a discutere delle vicende nazionali e locali.
È stato un grandissimo uomo politico, di levatura nazionale, un uomo di grande cultura che proprio da questo punto di vista ha saputo segnare il suo cammino compiuto a Brindisi. A lui si deve l’idea di creare una fondazione intorno al teatro Verdi e a lui si deve il rilancio dell’immagine di una città segnata, all’inizio del nuovo millennio, da scandali e corruzione.
Se n’è andato in silenzio, caratteristica che non lo ha mai accompagnato in vita, sempre combattivo, loquace, piacevole da ascoltare, dotato di una capacità unica di coinvolgere e appassionare su qualsiasi argomento. Il suo norme resterà per sempre legato alla storia di questa città ma anche a quella del Paese.
Alla moglie Marisa, ai figli Pierluigi e Barbara, un abbraccio affettuoso dalla redazione di Senza Colonne News.