Non tutti sanno che Domenico Mennitti, ex Sindaco di Brindisi, parlamentare italiano ed europeo, giornalista e uomo politico di levatura nazionale, scomparso domenica mattina all’età di 75 anni, ha avuto un passato, invero abbastanza remoto, di dirigente calcistico e mi sembrerebbe quasi di fargli un torto se non lo ricordassi anche come tale.
Occorre tornare indietro nel tempo di quasi mezzo secolo, fino all’epoca della fantastica cavalcata dalla serie D alla serie B, in cui il giovane giornalista Domenico Mennitti, all’epoca direttore della Gazzetta di Brindisi, fu protagonista dapprima come cronista sportivo e, poi, anche come collaboratore fidato del commendatore Franco Fanuzzi storico presidente della Brindisi Sport.
In ogni occasione in cui negli ultimi dieci anni ho avuto il modo di incontrare l’onorevole Mennitti, dal momento che si finiva inevitabilmente per parlare delle grame condizioni in cui si era venuto a trovare negli ultimi vent’anni il calcio brindisino, non mancava mai di ricordare, con una certa qual commozione, il periodo della sua giovinezza, delle sue prime esperienze lavorative e della sua collaborazione con Franco Fanuzzi e di tutta la passione ed il fervore con cui seguiva le gesta dei calciatori dell’epoca che fecero grande quel Brindisi.
Stiamo parlando del Brindisi di Mister Luis Vinicio, dei vari Mario Cantarelli, Aldo Bellan, Diego Giannattasio, Gigi Boccolini, Aldo Sensibile, Mimmo Renna, tutti calciatori che sono rimasti molto legati alla città e che nelle occasioni in cui hanno avuto modo di rimetterci piede non hanno mai mancato di andar a fare visita al loro “vecchio” dirigente Mimmo Mennitti
Siamo nella Brindisi a cavallo fra gli anni sessanta ed i primi anni settanta, quella in cui il miracolo economico, che nella nostra città aveva il nome di “Montecatini”, aveva portato un certo benessere ed in cui, politicamente, la città di Brindisi era ancora il centro principale di quello che da molti oggi viene definito il Grande Salento e che all’epoca costituiva un unico collegio elettorale comprendente le tre province di Brindisi, Lecce e Taranto, feudo incontrastato per oltre vent’anni dell’onorevole Italo Giulio Caiati, detto zio Giulio, ma Caiati non era l’unico politico di grido in città, vi erano anche l’avv. Clemente Manco, l’on. Mario Marino Guadalupi, l’on. Carlo Scarascia Mugnozza, il senatore Vitantonio Perrino, ed in questa sua città di adozione il giovane giornalista Mimmo Mennitti muoveva anche i suoi primi passi politici.
Tornando al calcio ed al rapporto fra Domenico Mennitti e la Brindisi Sport, questo rapporto si consuma interamente in quella che è definita l’epopea di Franco Fanuzzi, quella parentesi gloriosa che portò la squadra cittadina ai più alti livelli della sua centenaria storia.
Vinto a mani basse il campionato di serie D ed approdati nella terza serie nazionale, che sembrava quasi come la massima aspirazione possibile per una cittadina del sud di appena settantamila abitanti, il Commendatore Fanuzzi considerò, invece, la serie C come un punto di partenza verso nuovi più ambiziosi programmi ed anche Mennitti, che fu chiamato a collaborare proprio ai tempi della serie C, sposò in pieno questo ambizioso progetto che, nel giro di tre anni, portò effettivamente i biancazzurri nella cadetteria nazionale.
L’avventura del Brindisi in serie B Mennitti, poi, la seguì più come cronista sportivo dalle pagine della sua Gazzetta di Brindisi, ma anche de Il Tempo, con cui collaborava, che come dirigente, dal momento che con il passaggio di categoria occorrevano collaboratori che si dedicassero a tempo pieno al sodalizio calcistico
Mennitti si è sempre detto convinto che se il commendatore Fanuzzi non fosse morto giovane –aveva appena 53 anni, quando venne a mancare – il Brindisi sarebbe non solo arrivato, ma si sarebbe consolidato ai massimi livelli del calcio nazionale.
Mimmo Mennitti ha avuto la ventura di trovarsi ad essere Sindaco di Brindisi in occasione sia del fallimento del Brindisi Calcio di patron Salucci, all’inizio del suo primo mandato nel 2004, che del Football Brindisi di Pupino e Galigani nel 2011, quando era ormai maturata la sua scelta, per ragioni di salute di dimettersi dalla poltrona di Primo Cittadino, e questa sfortunata contingenza ha anche causato qualche attrito e malumore con i tifosi, ma va detto, senza tema di smentita, essendone il sottoscritto testimone diretto, che in entrambe le occasioni si è impegnato a reperire imprenditori che si attivassero per la rinascita del calcio cittadino ed anzi, in occasione della nascita dell’attuale società, la Ssd Calcio Città di Brindisi, intervenne ancora più fattivamente, contattando direttamente i suoi vecchi amici Boccolini, Giannattasio e Sensibile, affinché dessero il loro contributo dal punto di vista tecnico alla neonata società calcistica.
Alessandro Caiulo