Ogni volta che una salma viene estumulata la famiglia del defunto paga 160 euro. Anche se poi il processo di descheletrizzazione non si è completato e dunque il feretro ritorna nel loculo. Intorno all’operazione, evidentemente, a San Pietro Vernotico si era creato un piccolo business, con continue estumulazioni disposte dalle confraternite che gestiscono una parte delle cappelle, ancor prima degli undici anni previsti dal regolamento di polizia mortuaria e soprattutto ben prima che il processo di deperimento naturale avesse corso.
Così il sindaco Pasquale Rizzo, con una ordinanza a suo modo clamorosa, ha disposto che nel caso in cui la salma sia intatta e non possa essere trasferita nell’ossario, i familiari del defunto non pagano un euro. E che il feretro venga subito ricollocato nel loculo e con l’apposizione della lapide originaria.
Il primo cittadino così spera di arginare l’inquietante giro d’affari che portava spesso i discendenti dei defunti a spendere fior di quattrini, e soprattutto a una angosciante e periodica riapertura di ferite affettive, arrivando a numerose estumulazioni delle salme prima della definitiva collocazione negli ossari e della liberazione del loculo a beneficio (si fa per dire) di altri componenti la confraternita nel frattempo deceduti.
Il sindaco Rizzo ha anche stabilito che una salma possa essere estumulata per non più di cinque volte dopodicché resterà perennemente nel loculo in cui è stata collocata.
Le operazioni di estumulazione sono affidate a una cooperativa alla quale è stato ordinato di informare i cittadini che nulla è dovuto nel caso l’operazione di estumulazione non vada a buon fine.