I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Brindisi stanno eseguendo un provvedimento di confisca definitiva dei beni mobili e immobili, per un valore di 5 milioni di euro, nella disponibilità del gruppo criminale facente capo alla famiglia “Bruno”, operante nella marina brindisina di Torre Santa Susanna gravitante nell’ambito del clan della sacra corona unita “Rogoli–Buccarella–Campana”.
Il dispositivo è stato emesso dal Tribunale di Brindisi – sezione penale Ufficio misure di prevenzione – in seguito della conferma pronunciata, lo scorso febbraio dalla Corte Suprema di Cassazione, che ha rigettato il ricorso proposto dagli espropriati.
Il patrimonio attribuito ai fratelli Ciro e Andrea Bruno fu sequestrato per la prima volta nel 2009 e comprendeva terreni agricoli tra Torre Santa Susanna, Mesagne e San Pancrazio Salentino per complessivi cento ettari, un’antica masseria edificata nel XVI secolo, dodici macchine agricole, auto e motociclette di grossa cilindrata, quattro imprese agricole con sede a Torre Santa Susanna (la cooperativa Agrisud, la cooperativa Sant’Andrea, le ditte individuali Bruno Andrea e Bruno Vincenzo) e conti correnti bancari per oltre 130 mila euro. Un patrimonio complessivo valutato intorno ai cinque milioni di euro intestato a familiari dei boss detenuti, in particolare al fratello Giuseppe e al nipote Vincenzo, considerati però prestanome.