Clamorosa ma attesa la notizia giunta stasera della decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Cellino San Marco. L’iter per lo scioglimento del Consiglio comunale era stato avviato nel luglio dello scorso anno dal prefetto di Brindisi, Nicola Prete, con la nomina di una apposita commissione antimafia. A far scattare la procedura anche i cinque attentati di cui era stato vittima negli ultimi tre anni il sindaco Francesco Cascione e l’assessore ai Servizi sociali, Gabriele Elia.
La commissione è presieduta dal viceprefetto Maria Filomena Dabbicco (prefettura di Bari) e composta da Michele Albertini, funzionario della prefettura di Brindisi e dal tenente della guardia di finanza Giuseppe Lorenzo.
Il 6 febbraio scorso i carabinieri avevano acquisito presso il Comune documenti riguardanti viaggi, concorsi e appalti. Ma il vero snodo sono i rapporti tra la criminalità, che negli ultimi mesi non ha lasciato respiro agli abitanti di Cellino San Marco e la pubblica amministrazione.
Il sindaco Cascione è stato colui il quale ha chiesto l’intervento del prefetto ma egli stesso è finito, anche recentemente, nell’occhio del ciclone per la scelta di difendere (lui che è avvocato penalista) un imputato per estorsione ai danni di un cittadino di Cellino.
Il Consiglio comunale era stato sciolto dal presidente della Repubblica poco meno dieci anni fa, nell’ottobre 2004, dopo la decisione di undici consiglieri su sedici di rassegnare le dimissioni.
Per mafia invece fu sciolto il 22 luglio 2002 il Consiglio comunale di San Pietro Vernotico, cittadina distante una manciata di chilometri da Cellino.