I vigili del fuoco di Brindisi sono tornati nella villetta di Casalini per effettuare i rilievi tecnici sui resti del settimo incendio che si è verificato nella casa di Biagio Bufano, il fabbro che da due settimane, con la famiglia, si è trasferito nella residenza di alcuni parenti, a 400 metri da quell’abitazione ormai svuotata di mobili ed elettrodomestici.
I pompieri hanno prelevato le carte bruciate e i pezzi di plastica bruciati. L’ultimo episodio, dopo quasi un mese di apparente tranquillità, si è verificato alle 17.15 di sabato quando la casa era chiusa. E’ stato il sistema antincendio a segnalare la presenza di fumo in casa e pochi minuti dopo in casa si sono portati gli stessi Bufano per spegnere il piccolo focolaio.
Nessuna delle telecamere a circuito chiuso collocate in varie zone dell’abitazione ha ripreso nulla di sospetto e così si attendono ora i rilievi effettuati, all’ora dell’incendio, dalle due centraline collocate dall’Arpa di Brindisi sulla terrazza e nel garage della villetta.
Per la famiglia Bufano è stata una Pasqua triste, fuori da casa, con un incubo che non accenna a interrompersi e senza che ad esso venga fornita una spiegazione: “Tornerò a incontrare i cittadini di Casalini per decidere una strategia comune”, spiega Biagio che parla ormai con un tono di voce monocorde, stremato da giorni di tensione, dalle difficoltà con cui deve riorganizzare la vita familiare, con i bambini lontani da casa loro.
L’attenzione di tutta la frazione è concentrata sulla presenza di quel ripetitore telefonico piazzato sul tetto dell’ufficio postale, a poche decine di metri dalla villetta dei Bufano. Ma si ha come la sensazione che il problema possa essere più complesso e articolato.
I sei precedenti episodi, così come da denuncia presentata dallo stesso Bufano ai carabinieri, si sono verificati tutti nel mese di marzo. Alle 19.20 del 15 marzo nel a garage si è incendiata una busta in plastica contenente tappi di sughero: è stato questo il primo caso; alle 19.20 del 17 marzo nel seminterrato si è incendiato un contenitore di rifiuti; alle 19.20 del 20 marzo nelle scale si sono incendiati due tappeti sintetici e un fustino contenente detersivo per lavatrice; alle 17.10 del 22 marzo si è incendiato un contenitore in plastica contenente una busta con verdura, materiale organico, quattro cartoni contenenti bottiglie in vetro; alle 16.20 del 24 marzo all’interno del ripostiglio si è incendiato un sacchetto di cotone contenenti sacchetti in plastica. Alle 15.56 del 29 marzo c’era stato l’ultimo episodio: l’incendio di un cartone all’interno del quale c’era materiale cartaceo. Poi più nulla sino a sabato pomeriggio, quando l’incubo è ricominciato.
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