Avis, bloccata la convenzione. La Ciannamea: “Compreremo il sangue fuori”/Video

Duecentocinquanta sacche settimanali, 12.500 all’anno sulle 14mila necessarie al fabbisogno della Asl, di cui ben 9.300 frutto della raccolta itinerante: questo l’apporto dell’Avis provinciale di Brindisi del quale l’Azienda sanitaria locale è pronta a fare a meno interrompendo la convenzione con la quale da due anni si assicurava l’apporto degli 8.300 soci che i volontari del sangue hanno raggruppato in tutto il territorio provinciale.

Il direttore generale della Asl, Paola Ciannamea, non sembra per nulla preoccupato: “Se il sangue finisce lo andremo ad acquistare fuori dalla Asl”, dichiara. Una soluzione che naturalmente getta nello sconforto chi da anni ha assicurato il proprio lavoro adeguandosi anche ai dettami di una convenzione che la Asl aveva voluto e che, siglata nel giugno 2012, aveva imposto all’Avis anche investimenti importanti, come l’acquisto delle bilance basculanti e del contaglobuli, per una spesa di 30 mila euro.

Ora la Ciannamea assicura che Asl e Regione risolveranno tutto, non si capisce però che in modo. Né si ha contezza delle 14 unità che l’Azienda sanitaria avrebbe destinato alla raccolta del sangue. Per il momento le raccolte dell’ultimo fine settimana di aprile e quelle di maggio (che avrebbero portato almeno 500 sacche) sono saltate e la Asl non è stata in grado di subentrare all’Avis che pure le aveva fissate.

Ma c’è di più. L’azienda sanitaria vorrebbe organizzare le raccolte di sangue nei giorni feriali, o al massimo il sabato pomeriggio: “I donatori non vanno trattati come pacchi”, puntualizza il direttore facente funzione della Avis provinciale, Sergio Zezza.

La sensazione è che si vada incontro a una emergenza sangue di portata storica per la provincia di Brindisi e che la situazione sia sottovalutata dalla Asl con il rischio di vanificare il certosino lavoro di coinvolgimento di donatori effettuato dalle venti Avis della provincia di Brindisi in questi anni. E l’estate, periodo in cui storicamente la carenza di sangue si fa cronica anche nei periodi di donazioni cospicue, si avvicina.

“Una cosa non deve succedere e su questa saremo molto attenti”, aggiunge Zezza: “Che in ospedale non venga chiesto ai parenti dei pazienti di donare il sangue. Questo è vietato dalle norme e noi vigileremo e saremo pronti a denunciare”.

(Nel video l’intervista a Sergio Zezza)

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