Hanno incrociato in aula lo sguardo del ragazzo che in quella notte maledetta guidava l’auto e al quale attribuiscono le responsabilità per la morte della figlia: i genitori di Giorgia Zuccaro dal 4 giugno 2011 vivono con il duplice obiettivo di avere giustizia e di fare in modo che altre famiglie italiane la ottengano, battendosi perché nel nostro ordinamento giuridico venga inserito il reato di “omicidio stradale”. La mamma di Giorgia indossava una maglia con impresso il nome della figlia.
Il suo legale ha depositato altri documenti che supportano la tesi secondo cui Giuseppe Lonoce, il giovane che quella notte era alla guida dell’auto, non avrebbe dovuto mettersi al volante perché la patente gli era stata ritirata un paio di mesi prima dopo aver provocato un altro incidente e soprattutto perché risultò poi positivo ai test sull’uso di sostanze stupefacenti e alcol. L’incidente avvenne in via Cappuccini, all’incrocio con via Adamello.
La Fiat Grande Punto su cui si trovavano i due giovani si schiantò contro un muretto di cemento capottando. Giorgia morì sul colpo, Lonoce rimase gravemente ferito. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico Giuseppe Biondi, la pubblica accusa è rappresentata dal pm Valeria Farina Valaori.