Aprile: “Grazie a noi la Monteco fu obbligata ad assumere precari brindisini”. Sentenza rinviata al 30 settembre

Si chiuderà solo il 30 settembre prossimo il processo contro Bobo Aprile e i 28 disoccupati finiti sotto inchiesta per aver bloccato i cancelli della Monteco. L’udienza di oggi è stata dedicata all’ascolto dello stesso Aprile e di due suoi testimoni, l’ex assessore provinciale Enzo Ecclesie, e un dipendente della Monteco, Cosimo Esposito.

Aprile ha cercato di contestualizzare gli avvenimenti del marzo di tre anni fa nell’ambito delle proteste in atto in quei giorni e delle reazioni che avevano provocato in città le decisioni di Monteco rispetto all’utilizzo del personale precario. Il leader dei Cobas, anch’egli finito agli arresti domiciliari il 12 ottobre di quell’anno, ha sottolineato che quella vertenza andò comunque a buon fine con l’assunzione di personale precario residente a Brindisi. E con l’inserimento nel capitolato d’appalto successivo di una clausola di salvaguardia che prevedeva appunto che il personale precario fosse assunto esclusivamente in città.

L’ex assessore ai Lavori Pubblici, Enzo Ecclesie, è stato chiamato a testimoniare che le assunzioni determinate così come voluto in quei giorni dalla Monteco non erano legittime mentre il dipendente dell’azienda per la raccolta dei rifiuti, Cosimo Esposito, ha raccontato dei sentimenti di solidarietà che in quei giorni i lavoratori addetti alla nettezza urbana nutrivano nei confronti di quelli che manifestavano all’ingresso dell’azienda.

Tutto rinviato a settembre dunque, quando saranno quasi tre anni dagli arresti: il 30 ci saranno le conclusioni del pubblico ministero con la requisitoria e la lunga sequenza delle arringhe difensive.