Appalti Asl truccati, i politici fuori dal processo per prescrizione. Solo 51 su 133 finiranno davanti ai giudici. Ma non solo quelli che manovravano il sistema

L’inchiesta sugli appalti Asl perde i suoi pezzi pregiati: nella rete della giustizia restano impigliati solo i pezzi piccoli, i personaggi intercettati con le mani nella marmellata. Le lentezze delle procedure burocratiche graziano invece (almeno per ora) tutti quei politici, per alcuni dei quali era stato chiesto addirittura l’arresto, che manovravano il sistema (le intercettazioni telefoniche e ambientali ne sono una traccia indissolubile) infischiandosene delle conseguenze che gli affari avrebbero avuto sulla salute pubblica.

Gli appalti alla Asl di Brindisi venivano manovrati politicamente a livello regionale, ma dei 131 indagati iniziali ne andranno a processo solo 51 tra i quali l’unico politico coinvolto è l’urologo Salvatore Brigante con l’accusa, pensate un po’, di aver usato l’auto di servizio della Asl per recarsi a Roma a un congresso del suo partito.

Gli altri nomi sono stati cancellati dalla prescrizione: fra questi, l’ex assessore regionale alla Sanità Alberto Tedesco, i consiglieri regionali Pino Romano e Vincenzo Cappellini del Pd; il consigliere Euprepio Curto; l’ex dirigente delle Ferrovie appulo-lucane Carmine Dipietrangelo. Di quest’ultimo aveva parlato il “pentito” dell’inchiesta, il dipendente della Provincia Giovanni Borromeo, l’addetto alla manomissione delle buste con le offerte degli appalti: “Lo chiamavamo la Madonna del Carmine perché se c’era un problema interveniva la Madonna”.

Tra coloro che hanno ricevuto l’avviso di fine indagini, che prelude a una probabile richiesta di rinvio a giudizio, vi sono l’ex direttore generale della Asl di Brindisi, Rodolfo Rollo, l’ex direttore amministrativo Alfredo Rampino, l’attuale direttore sanitario dell’ospedale Perrino di Brindisi, Antonio Piro, l’ex assessore comunale di Brindisi Cosimo Elmo, che è anche un dipendente Asl del settore Area tecnica.

In 13, tra cui il personaggio intorno a cui si muoveva tutto il sistema,  l’ingegnere capo dell’Area tecnica dell’Asl di Brindisi Vincenzo Corso, sono già sottoposti a processo con giudizio immediato.

Nell’operazione, chiamata ‘Virus – Mercadet’, e condotta dai carabinieri del Nas di Taranto e dalla guardia di finanza di Brindisi, furono eseguiti 22 arresti il 12 novembre scorso. L’ultimo a lasciare il carcere, qualche giorno fa, è stato Corso, che ha ottenuto i domiciliari ma dovra’ indossare il braccialetto elettronico.