Centro d’estetica a luci rosse: il proprietario minacciava di licenziare le ragazze troppo magre. E insegnava i massaggi sul proprio corpo: completamente nudo. Sigilli al Mapepe

Pino Orofalo le selezioni delle sue massaggiatrici le effettuava “offrendosi” come cavia, invitandole a manipolare il suo corpo completamente nudo, ottenendo quasi sempre anche un rapporto sessuale completo. E’ quanto è emerso dagli interrogatori effettuati dalla Squadra mobile di Brindisi che questa mattina all’alba ha posto l’intraprendente imprenditore 65enne di Cellino San Marco agli arresti domiciliari per agevolazione e sfruttamento della prostituzione.

Due le testimonianze di dipendenti del centro massaggi Mapepe di Cellino (una struttura tutt’altro che nascosta, ma ampiamente segnalata in tutto il paese e pubblicizzata anche sui quotidiani locali) che hanno fornito un quadro preciso di come in realtà funzionavano le cose una volta varcate le porte dell’Istituto di bellezza e che sono state riscontrate grazie ad intercettazioni telefoniche e ambientali e infine con immagini realizzate tramite riprese video effettuate con telecamere nascoste.

LE PRESTAZIONI Dai dialoghi registrati tra operatrici e clienti emergono riferimenti espliciti alle prestazioni sessuali offerte e all’importo che veniva richiesto, denaro che era consegnato direttamente a Orofalo il quale ne tratteneva gran parte per sé consegnando una piccola parte alla massaggiatrice.

IL PRIMO GIORNO DI LAVORO Questi alcuni passaggi della testimonianza raccolta dalla squadra mobile da una delle ragazze che racconta il suo primo giorno di lavoro: “Orofalo mi ha fatto assistere a una dimostrazione effettuata su di lui, nudo, da un’altra dipendente del centro, anch’essa nuda, la quale lo massaggiava seguendo le indicazioni dello stesso titolare. Poi lei è uscita lasciandomi sola con Orofalo che mi ha chiesto di completare il massaggio facendo sesso con lui. Mi sono rifiutata di fare sesso completo ma ho accettato di effettuare manipolazioni su tutto il suo corpo, sempre con lui che mi spiegava come comportarmi. L’incontro è terminato quando il titolare  ha raggiunto il piacere e mi ha confermato che per lui andavo bene”.

L’OFFERTA L’offerta di Mapepe era articolata in “percorsi” che via via aumentavano di importo e di prestazioni erotiche da fornire. L’importo del massaggio “base” è di 80 euro, 25 dei quali restavano alla massaggiatrice e il resto al titolare. Il passaggio più costoso, detto “Muladar” effettuato dalla operatrice sotto la doccia insieme al cliente, costava 250 euro, 75 delle quali restavano alla ragazza.

Dopo la testimonianza raccolta, sono scattate le intercettazioni e la polizia, con un escamotage, ha collocato all’interno del centro benessere alcune telecamere avendo conferma che i massaggi più costosi garantivano al cliente un rapporto sessuale completo.

“SBRIGATI CHE HO L’AEREO” In una conversazione, ripresa anche in video, tale Antonio pattuisce la somma di 200 euro per un rapporto sessuale scoperto chiedendo alla ragazza di fare in fretta perché deve partire subito in aereo per Roma.

QUELLO CHE PUZZAVA Le conversazioni contenute nell’ordinanza (il cui contenuto scegliamo di non pubblicare in quanto troppo esplicito e comunque inutile per aggiungere altri elementi alla certezza che il centro d’estetica era in realtà una casa d’appuntamento nel cuore del paese) sono in parte tra le ragazze e i clienti e in parte tra le massaggiatrici e lo stesso Orofalo che chiamavano confidenzialmente Pino e al quale spesso confidavano retroscena delle loro prestazioni sessuali. Come quando una di loro racconta schifata di come puzzasse un cliente, persino dopo che era stato infilato sotto la doccia, e di come fosse stato difficile per la ragazza portare a termine quell’incontro: “Ma come hai fatto con uno che puzza tanto non lo so, devi avere proprio stomaco”, dice Orofalo quasi a complimentarsi con la ragazza.

SEI TROPPO MAGRA, TI LICENZIO In un altro caso invece l’uomo rimprovera un’altra massaggiatrice perché è troppo magra e dunque poco richiesta, minacciando di licenziarla se non fosse tornata a essere più avvenente: “Mangia che ti mando via”, dice lui. “Mannaggia sto mangiando”, risponde lei. “Non hai seno”, controbbatte il proprietario. “Anche la sera sto mangiando. Mi dai tempo? Ieri ho mangiato una pizza così e tutta me la sono mangiata”.

Questo, anche, succedeva dentro il Mapepe. E forse è anche peggio del resto.

MASSAGGI ANCHE NEI CENTRI TURISTICI Quattro le ragazze che nell’ultimo anno sono state assunte da Orofalo, alcune delle quali con una posizione lavorativa nel massimo rispetto delle norme, proprio per mantenere quella patina di serietà che aveva consentito al Mapepe, in più occasioni, di effettuare sedute pubbliche di massaggi (per fortuna veri) presso strutture turistiche di Cellino e di zone vicine.

IL MASSAGGIO E’ IMPORTANTE Del resto durante le “lezioni” che teneva alle sue ragazze per spiegare quello che dovevano fare, Orofalo era intransigente: sesso sì “ma noi dobbiamo fare il massaggio. Perché il massaggio è importante nel nostro lavoro, sennò siamo come i cinesi o come i giapponesi”.

Orofalo, su disposizione del gip Giuseppe Licci, è stato rinchiuso agli arresti domiciliari con divieto di contatto con persone diverse da quelle che convivono con lui. Il centro Mapepe è stato chiuso e posto sotto sequestro. Le indagini della squadra mobile, coordinata dal vicequestore Alberto Somma, non sono concluse. Orofalo è difeso dalla figlia, l’avvocatessa Candida Orofalo.

(Nella foto uno dei massaggi pubblicizzati dal Mapepe, quello più costoso, e il titolare Pino Orofalo)