Acque Chiare, prescritto il reato di abusivismo per 100 proprietari

Il giudice monocratico del Tribunale di Brindisi, Vittorio Testi, ha emesso sentenza di non luogo a procedere per “intervenuta prescrizione” nei confronti di un centinaio dei 170 imputati per lottizzazione abusiva nel processo di Acque Chiare.

Prescritto anche il reato di truffa per il costruttore, Vincenzo Romanazzi, e per il notaio Bruno Cafaro, che aveva stilato gran parte degli atti di compravendita del complesso.

Restano a giudizio solo tre persone, considerato che per i primi 70 imputati era già stato dichiarato prescritto il reato nel giugno 2013. Il villaggio Acque Chiare fu sottoposto a sequestro nel maggio 2008.

Furono ipotizzati reati di lottizzazione abusiva e corruzione, anche quest’ultimo andato estinto. In seguito, alcuni degli acquirenti formularono denuncia per truffa in danno del costruttore e del notaio. Dall’inchiesta condotta dalla procura di Brindisi nacquero diversi procedimenti. All’esito di uno di questi, conclusosi con condanne in primo e secondo grado, per il quale ora la Cassazione dovrà decidere sull’intervenuta prescrizione dei reati, è stata disposta la confisca del complesso.

Questo provvedimento potrebbe però essere rimesso in discussione alla luce della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo dell’ottobre 2013 che ha fissato il principio secondo cui non può esservi confisca se non in caso di condanna.