L’incubo di un commerciante finisce dopo sei anni: il video pedopornografico lo avevano scaricato i compagni del figlio

Come la vita di una persona perbene può essere distrutta per sei anni: un commerciante brindisino è finito sotto processo con l’accusa di possesso di materiale pedopornografico. In un computer della sua abitazione era stato rinvenuto un solo video, scaricato attraverso “Emule” dal contenuto proibito. M erano stati il figlio minorenne e i suoi compagni di scuola, un pomeriggio, a scaricare (pare per errore) il filmato.

Così, dopo un incubo iniziato nel 2008, il giudice di Brindisi Luca Scurrazella ha assolto con formula piena il commerciante, mettendo fine al suo dramma personale.

Persona integerrima, con trent’anni di bottega alle spalle, la sua vita cambia quando la polizia postale di Catania, che indaga su un traffico di materiale pedopornografico, risale – attraverso gli indirizzi Ip – a una serie di utenti che hanno scaricato da internet filmati a sfondo sessuale con protagonisti bambini.

Da un computer portatile, che si trova nella stanza del figlio minorenne del commerciante, risulta scaricato un primo file proibito e un secondo tentativo – fallito – di scaricare un altro filmato.

Su disposizione della procura catanese, l’abitazione del commerciante brindisini viene perquisita, così come l’abitazione e la sua attività commerciale. Il pc viene sequestrato così come cd e dvd trovati nella sua abitazione. Il tutto gli verrà poi restituito perché contengono musica e film tutt’altro che proibiti.

Nel corso del processo è venuto fuori che il computer portatile, privo di password, era spesso utilizzato nelle ore pomeridiane dai compagni di scuola del figlio e che il commerciante, all’ora in cui il file pedopornografico veniva scaricato, si trovava al lavoro nel suo negozio.

A questo punto la sentenza di assoluzione era scontata. Non altrettanto scontati i sei anni di incubo che l’imputato ha dovuto affrontare e che gli hanno sconvolto la vita.