Zeni: “Le accuse contro di me frutto di false informative. Il pm ha dovuto dichiarare: Poi riflettiamo, non siamo ragionieri”

Il commercialista Gianpaolo Zeni ha inviato una nota di precisazione in riferimento alla sua posizione nel processo per riciclaggio denominato “Fast” che pubblichiamo integralmente.

“Ho avuto modo di leggere l’articolo pubblicato oggi nelle pagine della cronaca di Brindisi sull’operazione Fast e mi corre l’obbligo di precisare, a tutela della mia onorabilità e della mia storia umana e professionale, che l’impianto accusatorio per quel che concerne la mia posizione poggia su una serie di informative false e infondate degli investigatori, smentite da probante documentazione di segno contrario, supinamente fatte proprio dall’ufficio del pm.

“Ho svolto il compito assegnatomi attestando la veridicità degli atti aziendali sulla base di atti pubblici e documenti aggiornati e la fattibilità del piano di risanamento per l’ammissione al concordato preventivo con giudizi prudenziali a tutela dei creditori, in modo autonomo e indipendente rispetto alle valutazioni sia della società, che del commissario giudiziale, dimostrando la mia buona fede e l’estraneità a qualsivoglia intento fraudolento. Infatti gli importi dei creditori ammessi non si discostano da quelli attestati.

Di fronte alle mie documentate precisazioni lo stesso pm, nell’interrogatorio del 7 marzo 2013, ha dovuto dichiarare “Prendo atto, poi riflettiamo su tutte queste cose, noi non siamo ragionieri”.

Gianpaolo Zeni