Sono diciannove, tra medici, ausiliari e infermieri gli indagati nell’inchiesta su un bambino nato senza vita lo scorso 6 settembre nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Ostuni. Un passaggio obbligatorio per il pubblico ministero Giuseppe De Nozza titolare dell’indagine, ai fini dell’autopsia disposta e fissata per lunedì prossimo. L’esame autoptico, al quale prenderanno parte periti della difesa, cercherà di fare luce sulle cause del decesso del feto e quindi chiarezza su eventuali responsabilità mediche.
Stando a quanto riferito dal padre del piccolo, che ha denunciato ai carabinieri di Ostuni l’accaduto poche ore dopo la tragedia, la morte del feto poteva essere evitata semplicemente anticipando il parto. Nei giorni precedenti infatti, a causa di forti dolori avvertiti all’altezza dell’addome, la donna era stata sottoposta a un tracciato, dal quale sarebbe emerso un anomalo rallentamento del battito cardiaco del feto. Un segnale preoccupante, soprattutto alla luce dei due aborti già affrontati in precedenza dalla donna.
Il giorno del parto, il 6 settembre scorso, il battito del feto è scomparso del tutto.
Da qui la denuncia e l’avvio dell’inchiesta.