Truffe con l’ossigenoterapia, dure condanne del Tribunale

False certificazioni di invalidità per ottenere forniture di ossigenoterapia non dovute: il Tribunale di Brindisi ha condannato a nove anni di reclusione lo pneumologo Vincenzo Manisco con interdizione perpetua dai pubblici uffici e a sei anni l’avvocato Francesco Manna con interdizione per cinque anni. Sarebbero stati al vertice di una associazione per delinquere che aveva trasformato in business la fornitura di ossigeno a invalidi che in realtà non lo erano. Alcuni di essi erano coinvolti nel processo e sono stati condannati a pene comprese tra un anno e sei mesi di reclusione e tre anni.
Ecco le condanne: Vincenzo Manisco nove anni; Francesco Manna sei anni; Cosimo Pio Danese, tre anni; Umberto Epicoco un anno e sei mesi; Maria Petrosillo, un anno e sei mesi; Giuseppe Flores, un anno e sei mesi; Anna Valenti un anno e sei mesi; Michele Vindice un anno e sei mesi; Maria Semeraro tre anni; Vincenzo Chiaramida un anno; Roberto Rizzo un anno e sei mesi; Francesca De Netto due anni e sei mesi; Alberto Chirico due anni; Pasqualino Urgese un anno e sei mesi; Giuseppe Gabriele un anno e otto mesi; Annamaria Leo un anno e tre mesi; Annamaria Leoci un anno; Margherita Boffo un anno; Angelo De Biasi due anni e nove mesi; Antonio Cosimo Lubelli tre anni.
La società coinvolta, la Linde Medicale è stata condannata a una sanzione pecuniaria di 90.000 euro e interdetta a contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. Secondo l’accusa l’ossigeno, tra l’altro, spesso non era necessario alla cura delle malattie diagnosticate ma veniva prescritto avvalendosi di medici e farmacisti compiacenti.
Un altro filone dell’inchiesta, invece, riguardava le false certificazioni sanitarie e le false perizie per conseguire pensioni di invalidità civile e indennità di accompagnamento per persone che non ne avevano nè diritto, nè i requisiti.
Le indagini furono condotte dai Nas e partirono da un esposto anonimo. Il 23 ottobre del 2007 furono arrestate 15 persone: erano medici, avvocati, dipendenti dell’Azienda sanitaria di Brindisi, dirigenti di una società di prodotti farmaceutici e cittadini che usufruivano delle prestazioni. Parti civili la Asl di Brindisi e l’Inps che hanno ottenuto una provvisionale di 50mila euro oltre al Ministero dell’ Istruzione per il quale i danni andranno determinati in sede civile.