Tonino & Beppi. Cinquant’anni fa a Penna Grossa la tragedia che legò per sempre due famiglie

Antonio Cucci oggi avrebbe da poco compiuto 75 anni, Giuseppe Fongaro dieci di meno. E invece, mezzo secolo fa come oggi, il 4 agosto 1964, il destino se li prese insieme, nelle acque di Penna Grossa. Tonino cercò di salvare il piccolo Beppi che stava annegando tra le onde impetuose scatenate dal vento di maestrale. Morirono entrambi, davanti alla gente che dalla battigia li osservava impotenti. Tra i testimoni di quella tragedia, i genitori e la fidanzata di Cucci e il papà e la mamma di Fongaro. Da quel giorno le due famiglie, che non si conoscevano, hanno condiviso ogni anno il dolore devastante e oggi, esattamente 50 anni dopo quella mattina, li ricorderanno insieme in una messa che sarà celebrata alle 18 nella cappella del cimitero.
Tonino aveva 25 anni, Beppi solo 15, uno era arrivato in spiaggia da Brindisi, il ragazzo da Mesagne. Il vento di maestrale spazzava Penna Grossa e le onde erano alte e pericolose anche per esperti nuotatori. Tonino lo sapeva bene e non aveva alcuna intenzione di fare il bagno, nonostante fosse non solo un abile nuotatore ma anche ben allenato visto che giocava (con ottimi risultati) a pallavolo. Beppi no, era un ragazzino esile. E quando volle comunque avventurarsi poco lontano dalla riva venne travolto dalle onde e portato fuori dalla risacca.
Tonino, che prendeva il sole poco lontano, non ci pensò un attimo: si tuffò in mare cercando di raggiungere Beppi che scompariva e riappariva cercando di mantenersi a galla. E lo avrebbe di sicuro salvato se un’onda più violenta delle altre non lo avesse sbattuto contro la scogliera facendogli perdere conoscenza e annegandolp.
Dalla spiaggia decine di persone osservarono la scena disperate e impotenti, le mamme piangevano, gli uomini cercavano di organizzare i soccorsi ma nessun’altro osava avventurarsi.
Tonino fu il primo a essere sospinto a riva dalle onde. Quel ragazzone alto e atletico aveva donato la sua vita per salvare quella di un ragazzo che neanche conosceva. Per recuperare il corpo di Beppi arrivarono i vigili del fuoco che si agganciarono con una fune alla riva e ripescarono il ragazzino poco dopo che un’altra tragedia stava per compiersi perché una barca dei soccorritori si era ribaltata e due uomini erano stati tratti in salvo mentre ormai annaspavano.
A Tonino Cucci, che donò la sua vita in modo eroico, il Comune non dedicò neanche un manifesto di cordoglio. Rimase però l’atto di amore che legò per sempre due famiglie che non hanno mai dimenticato quel giorno, al punto da volerlo rivivere insieme ancora 50 anni dopo, in un sentimento di amore, dolore e gratitudine. Donandosi conforto l’un l’altra, proprio come quel 4 agosto di mezzo secolo fa in cui Beppi e Tonino entrarono in mare e unirono per sempre il loro destino.