Raffaele e Antonello Gravina, fratelli del collaboratore di giustizia Francesco, detto Gabibbo, sono stati arrestati dai poliziotti del commissariato di Mesagne perché sorpresi a smontare un’auto rubata.
Negli ultimi giorni, in seguito al furto di mezzi pesanti, il personale del Commissariato di Mesagne ha frequentemente battuto le campagne mesagnesi, ispezionando capannoni e luoghi dove potevano essere celati i mezzi. Proprio durante questa attività di perlustrazione, l’attenzione del personale della volante è stata attirata da un enorme capannone ubicato sulla via per San Vito Scalo.
La grandezza dello stabile, nonché la sua posizione defilata ben si prestava ad occultare qualcosa di illecito.
L’intuizione degli operanti è stata ben ripagata perché dopo aver scavalcato, sotto la pioggia battente, la recinzione della proprietà, entrando all’interno del capannone, gli agenti si sono trovati davanti i fratelli Gravina, con arnesi alla mano, circondati da cassette degli attrezzi e attrezzi vari, intenti a smontare un’auto Lancia Ypsilon di colore celeste.
Già smontati, a terra, vi erano: il volante, i parafanghi anteriori, il portellone posteriore, il cofano anteriore, il gruppo ottico anteriore e posteriore, il pianale anteriore, il pannello della portiera anteriore, il cruscotto, la batteria, bulloneria varia. All’interno dell’auto erano già stati smontati il sedile anteriore, lo schienale posteriore, la ruota di scorta ed il kit di sostituzione ruota.
I due sino stati arrestati per riciclaggio di pezzi di auto provento di furto.
La Lancia Ypsilon di colore celeste, dagli accertamenti svolti nell’immediatezza, è – infatti – risultata rubata a Porto Cesareo l’1 settembre.
I due sono stati rinchiusi nel carcere giudiziario di Brindisi.
Contestualmente, la zona è stata perquisita accuratamente. Ciò ha permesso di rinvenire un’altra auto rubata in altro capannone attiguo, sempre a Porto Cesareo il 3 agosto, ad un turista di Ferrara, una Lancia Delta di colore nero. Quest’ultima, non marciante per avere la centralina manomessa, era perfettamente integra. È stato, pertanto, contattato il proprietario per la restituzione.
Sono state trovate in una busta in plastica, due targhe di auto fatte a pezzi, una relativa ad una Fiat 500 rubata ad un privato a Porto Cesareo in giugno e denunciata ai Carabinieri di Copertino ed una relativa ad altra Fiat 500 rubata a Lecce e denunciata alla Stazione dei Carabinieri del luogo, sempre in giugno in danno alla Hertz Fleet Italia noleggiata da un cittadino tedesco all’Aeroporto di Bari.
Accantonati qua e là per tutta l’area esterna del capannone vi erano pezzi di auto.
Il proprietario dell’immobile, un uomo di 29 anni, mesagnese, incensurato, è stato denunciato per favoreggiamento dagli investigatori coordinati dal vicequestore Rosalba Cotardo.