Un risarcimento di oltre 400 mila euro è stato riconosciuto a cinque brindisini (quattro donne e un uomo) che hanno contratto la micidiale epatite C durante trasfusioni di sangue effettuate presso l’ospedale di Brindisi. Si tratta di una sentenza storica, emessa dal giudice onorario del Tribunale di Lecce, e che riconosce la responsabilità del ministero della Salute riuscendo ad aggirare le trappole della prescrizione che hanno negato in passato a tanti pazienti segnati da questa malattia il giusto risarcimento.
E’ stata una lunga battaglia legale condotta dall’avvocato Marcello Biscosi (foto) che ne ha fatto anche e soprattutto una questione di principio: il virus dell’Hcv è uno dei virus più infidi e pericolosi perché si tratta di una infezione asintomatica che può portare lentamente alla cirrosi e al cancro del fegato. E che può essere trasmessa con il sangue e sperma, proprio come l’Hiv. Fu scoperta solo alla fine degli anni Ottanta ma trascorsero ancora anni prima che si individuasse nelle trasfusioni del sangue il principale veicolo di contagio.
In passato sulle sacche dei donatori non veniva effettuato alcun controllo, cosa che invece viene svolta scrupolosamente da almeno un decennio a questa parte.
Tra le vittime del contagio cui la storica sentenza ha riconosciuto il diritto a un congruo risarcimento, due sorelle emofiliache che sono state sottoposte a trasfusioni di sangue sin dalla nascita e che hanno contratto immediatamente l’epatite. Un altro è rimasto infetto per le cure prestate dopo un incidente stradale. A tutti sono stati riconosciuti sia il danno biologico che quello morale.
Durante il percorso per giungere alla sentenza, cui si era opposto il ministero della Salute aggrappandosi a clausole e postille burocratiche, ma facendo soprattutto affidamento sulla prescrizione, i cinque malati sono stati sottoposti a visita presso la Commissione medica ospedaliera della struttura militare di Taranto. Poi un consulente medico nominato dal Tribunale ha esaminato la pratica.
Tra una lungaggine burocratica e l’altra, l’avvocato Biscosi è riuscito a far bloccare i termini di prescrizione e a portare il processo alla sentenza che è stata pronuncia ieri dal giudice onorario Giovanni Tommasi, della prima sezione civile del Tribunale di Lecce.
Ma è molto difficile che i cinque pazienti riceveranno a breve i soldi del risarcimento. E’ probabile infatti che il ministero della Salute impugni la sentenza e proponga ricorso in Appello. Per riprendere a giocare la partita sperando nella prescrizione perché è difficile che qualcuno possa dimostrare che la vita di queste cinque persone non sia stata segnata per sempre dalla negligenza del sistema ospedaliero. Ma c’è sempre un escamotage per cercare di non pagare.
Gianmarco Di Napoli