Il Sindaco Mimmo Consales ha votato contro l’approvazione del conto consuntivo dell’Autorità Portuale di Brindisi ed ha chiesto il rinvio della discussione sulla nomina del nuovo segretario generale.
“E’ stata una decisione sofferta – ha affermato il primo cittadino – ma necessaria per evitare che si protragga una insostenibile paralisi del porto di Brindisi. Al di là dei tanti motivi che hanno indotto la quasi totalità dei componenti del Comitato Portuale ad esprimersi negativamente, è emersa con chiarezza una totale incompatibilità ambientale del Presidente Haralambides che fino all’ultimo ha operato in direzione opposta rispetto a quella auspicabile per una ripresa del porto, acuendo i contrasti tra istituzioni, operatori portuali ed organizzazioni dei lavoratori. A fronte di un sostanziale immobilismo e del perdurare di tali contrasti – ha aggiunto Consales – si rende necessario un intervento diretto del Ministro Lupi. A tal proposito, ritengo di dover chiamare a raccolta tutti gli attori del territorio in un incontro che si svolgerà lunedì 23 settembre, alle ore 16.00, a Palazzo Nervegna. Inviterò a partecipare tutti i componenti del Comitato Portuale, i parlamentari, i consiglieri e gli assessori regionali e i rappresentanti di tutti gli altri enti del territorio. Mi auguro che si concordi sulla proposta di coinvolgere direttamente il Presidente Vendola e successivamente il Ministro delle Infrastrutture perché si commissari l’Ente portuale”.
Consales fornisce poi alcune precisazioni in riferimento alla presa di posizione del personale dell’Authority che questa mattina, con una nota diramata agli organi di informazione, ha stigmatizzato le accuse che il primo cittadino avrebbe loro rivolto e annunciano querela.
“Leggo con stupore – scrive Consales – che i dipendenti dell’Autorità Portuale si sentono offesi per la mia richiesta di chiarimenti circa la destinazione di premi riservati al personale, per oltre 700.000 euro. Addirittura minacciano di querelarmi, ma questa non è una brutta notizia perché finalmente sapremo, davanti ad un giudice, a chi sono finiti questi soldi pubblici, a fronte di un Ente che è stato capace di perdere oltre 51 milioni di euro di finanziamenti per incomprensibili ritardi progettuali e per un sostanziale immobilismo della struttura. Se c’è una responsabilità che va addossata alla ‘politica’ è quella di aver consentito a chi opera all’interno dell’Autorità Portuale di gestire le risorse economiche come se si trattasse del proprio portafoglio, spendendo e spandendo senza limiti ed a volte senza ritegno. Il periodo della vacche grasse per fortuna è finito e adesso non resta altro da fare che attendere che si faccia chiarezza sulla gestione dell’ultimo decennio”.