QUATTRO ANNI E TRE MESI DI CARCERE ALL’OMICIDA DI GIORGIA

Quattro anni e tre mesi di carcere: tanto dovrà scontare Giuseppe Lonoce, il giovane che, con la patente sospesa, ubriaco e forse sotto effetto delle droghe, si schiantò al rione Cappuccini con la sua auto, provocando la morte della ragazza che era con lui, Giorgia Zuccaio. Giorgia aveva 29 anni, era bella, faceva l’attrice teatrale e l’aspettava un futuro brillante. Tutto interrotto quella notte tra il 4 e il 5 giugno 2011.

Il giudice Giuseppe Biondi ha accolto appieno le richieste del pubblico ministero, comminando a Lonoce tre anni per omicidio colposo e un altro anno e tre mesi per guida senza patente e in stato di alterazione da alcol e droga.

Il risarcimento, opportunamente, sarà definito in un processo civile. In questo c’erano le responsabilità penali da definire, quelle di un omicidio stradale in piena regola. E per l’affermazione di queste responsabilità, il padre di Giorgia, Franco Zuccaro da anni in prima linea insieme all’associazione “Vittime della strada”, si è battuto sino alla sentenza.

Giorgia non ritornerà più a casa ma la sua storia e questa sentenza sembrano un prologo alla legge sull’omicidio stradale che sta per entrare in vigore e che punisce in maniera durissima chi, irresponsabilmente, provoca la morte di altri per la sua imprudenza e la sua dissennatezza.