Alla fine non ha retto ed è stato lui a chiamare la polizia e ad autoaccusarsi di aver cosparso i corridoi della sua scuola di benzina e di aver minacciato la preside. Il ragazzo di 18 anni che era stato individuato dallo stesso corpo docente del Liceo Palumbo grazie alla calligrafia che era stata confrontata con quella dei suoi compiti in classe, domenica sera ha chiamato il 113 e ha dato appuntamento agli agenti nei pressi della Chiesa del Cristo.
Qui si è “consegnato” alla polizia facendo outing e ammettendo di essere stato lui l’autore dei due atti che avevano preoccupato molto: una bottiglietta di benzina e un paio di cerini con biglietto di minacce alla preside e il giorno successivo un’altra lettera, sempre con toni minacciosi nei confronti del capo d’istituto, fatta trovare sotto la ruota della sua auto.
Il ragazzo, che ha problemi comportamentali, ha detto di essere pentito di quello che ha fatto ma di aver agito per “difendere i compagni”. In realtà la sua personale guerra era indirizzata contro una circolare della preside con la quale veniva vietata la consumazione delle bevande calde distribuite alla macchinetta nei corridoi, obbligando gli studenti – com’è giusto – a rimanere nei pressi degli stessi distributori automatici.
Insomma, il “movente” in qualche modo contribuisce a evidenziare le problematiche del ragazzo il quale è comunque maggiorenne e dunque rischia grosso per quello che ha fatto. Su di lui deciderà l’autorità giudiziaria, anche se la denuncia appare inevitabile.
La vicenda è stata comunque gestita con grande serenità dalla preside del Palumbo, Maria Oliva, nonostante le minacce che le erano state rivolte.
Al Palumbo tirano un sospiro di sollievo.