
di GIANMARCO DI NAPOLI
Le serrande del primo piano sono tutte abbassate. Davanti al palazzo si muovono solo i carabinieri, come formichine scure, cercando sull’asfalto una traccia, un indizio. Qua e là compaiono come fantasmi quelli della scientifica, incartati di bianco: le lettere che riescono a posizionare per individuare elementi utili alle indagini si fermano alla D. Segnalano un mozzicone di sigaretta, due caschi jet abbandonati sull’asfalto. Per strada non c’è nessuno, eppure hanno ammazzato un uomo, un altro rischia di morire ed è il pomeriggio di Ognissanti, doveva essere un giorno di festa.
In piazza Raffaello, rione Sant’Elia, la curiosità non è di casa. O meglio nessuno vuole incrociare i carabinieri e decine di occhi seguono la scena da dietro le finestre, o sporgendo dai balconi dei piani alti, o incastrati nei buchi delle tapparelle.
Mino Tedesco, 52 anni, dipendente della Monteco (nella foto) e componente dell’equipaggio di voga dei Remuri brindisini, è morto in ospedale. Il figlio Luca, di 30, lotta per sopravvivere sotto i ferri dei chirurghi. Ma non abitano nel palazzone al civico 22 nel cui androne sono stati crivellati di colpi. Vi erano arrivati da contrada Muscia, dove vivono, con due diverse auto: una Punto e una Lancia Y.
Forse avevano un appuntamento con qualcuno, magari una discussione degenerata. O infine, una possibile trappola. Nessuno ha sentito nulla in piazza Raffaello, neanche i colpi di pistola. E i carabinieri li hanno chiamati quando già i due feriti erano stati trasportati in ospedale. Gli sbirri da queste parti sono l’ultima opzione.
Sull’asfalto, pochi metri fuori dal palazzo, due caschi abbandonati. Forse quelli dei killer, fuggiti precipitosamente a bordo di uno scooter.
I carabinieri lavorano su pochi elementi e zero testimoni. Può parlare solo Luca Tedesco, se ce la farà. Lo stanno operando, la prognosi è riservata. Forse potranno rivelare qualcosa i telefonini dei due, magari tra le ultime chiamate ricevute o effettuate. Le loro auto sono state portate via con il carroattrezzi sino al comando provinciale. Anch’esse saranno passate al setaccio.
La notizia dell’omicidio dovrà essere portata in carcere a Giuseppe Tedesco che sta scontando l’ergastolo per delitti commessi ai tempi della guerra interna alla Sacra corona. E’ il fratello di Mino e lo zio di Luca. La sua casa si trova nello stessa stessa piazza Raffaello, una cinquantina di metri più lontano.
Il livello di guardia è ormai stato superato da tempo. Le rapine sempre più frequenti, l’ultima questa mattina in piazza Vittoria, raccontano di un nuovo fermento all’interno della malavita. Il timore è che l’episodio di oggi possa essere solo l’inizio. Per questo gli investigatori sperano di scoprire che si tratti della gravissima degenerazione di una lite piuttosto che di un agguato vero e proprio.