Morgana, volata in cielo a 30 anni. Tradita da una vita che ha amato sino all’ultimo

di GIANMARCO DI NAPOLI

“Sto male amica mia, malissimo. Ti spiego domani, ora ho la batteria scarica”: Morgana Cairo ne aveva vinte di battaglie dure, durissime. Aveva dolori lancinanti su un lettino del pronto soccorso dell’ospedale Perrino. Ma non pensava che quello sarebbe stato il suo ultimo messaggio. Incollata com’era alla vita, che pure non era stata generosa con lei.

Morgana Cairo è morta a 30 anni, quattro giorni dopo aver scritto quelle righe sulla sua pagina Facebook. Complicazioni improvvise, una patologia esplosa il giorno del 2 novembre e che l’ha strappata ai genitori, alle due sorelle Francesca e Clara, ai nipotini, agli amici.

Domenica al palasport, in curva, i tifosi hanno esposto uno striscione per ricordarla. Ma forse più che le parole,  per ricordarla com’era, è sufficiente il ritratto che una delle sue amiche del cuore, Pamela Carrozzo, le ha dedicato poco più di un mese fa. Era la festa dell’Admo, l’associazione dei Donatori del midollo, e al concorso di pittura che si svolse sulla scalinata virigliana, Pamela partecipò con un ritratto di Morgana.

Non aveva pensato a caso a quel volto, a quegli occhi, a quel coraggio. Qualche anno fa Morgana si era gravemente ammalata: una patologia del sangue, simile alla leucemia, che era riuscita a superare grazie alla forza e all’amore. La forza era quella sua, perché era una ragazza tosta e determinata. L’amore quello della sorella più piccola, Clara, che le aveva donato il midollo osseo. La guarigione era stata prodigiosa.

E lei aveva ripreso a correre, regalando ai genitori la soddisfazione di una laurea in Servizi sociali e le mancavano tre esami per raggiungere quella specialistica. A dicembre avrebbe dovuto contattare un prof per stabilire la data dell’appello.

Morgana, Francesca e Clara erano un terzetto inseparabile e le nipotine facevano da corollario quotidiano alla sua esistenza. Ecco, se c’era una cosa che davvero Morgana amava era la vita in tutte le sue pieghe più viscerali, l’aveva imparata ad apprezzare nonostante le sofferenze che aveva dovuto affrontare.

Eppure quella stessa vita all’improvvisa l’ha tradita. No, la maledetta malattia che si era lasciata alle spalle non c’entra nulla. Il destino si è divertito a scrivere per lei un finale diverso rispetto a quello che aveva sognato: dolori improvvisi, poi la tac. La ricoverano, non sembra nulla di grave ma poi altre complicazioni. Il trasferimento in ambulanza a Castellana Grotte. Ma Morgana aveva chiuso gli occhi già da qualche giorno perché anche una donna determinata come lei, una abituata a lottare e aggrappata a ogni istante di vita, a un certo punto deve arrendersi al destino che scrive la parola fine alle 23.15 del 6 novembre.

La sua morte è stata ingiusta, inattesa, inspiegabile. Le parole della sorella Francesca, scritte con il cuore e ingabbiate in un dolore che neanche le lacrime alleviano, raccontano come Morgana non finirà mai: “Il mio cuore sanguina incessantemente…la mia mente è assalita da mille perché e se, a cui mai nessuno potrà dare risposta.. .il mio corpo è stretto nella morsa di un dolore profondo e sconfinato che mi toglie il respiro… che mi annebbia la vista e mi distrugge la mente… Non  mi basterà una vita èper pareggiare i conti ma devo lottare fino a restituirti un po’ ogni giorno quello che ti è stato tolto.. i tuoi occhi sono i miei occhi ..il tuo cuore è il mio cuore…la mia anima è la tua anima…”.