
di GIANMARCO DI NAPOLI
La foto che vedete è l’emblema della parata di oggi contro la criminalità. In seconda fila, l’ex assessore comunale Raffaele Iaia, quello indagato per tentata concussione ai danni di una giovane imprenditrice. Iaia ha fatto benissimo a presentarsi e a sedersi davanti. Ne aveva il diritto, in quanto consigliere comunale e cittadino di Brindisi, e non avrebbe sfigurato neanche sul palco perché (questo sempre secondo gli inquirenti) ha nei suoi archivi tanti di quei dossier su decine e decine di concittadini che potrebbe raccontare storie ben più interessanti.
Nell’immenso e semivuoto Nuovo Teatro Verdi, un po’ pretenziosamente scelto per la risposta che la politica voleva dare alla criminalità, c’erano varie personalità, alcuni politici e molte forze dell’ordine. In più diversi indagati, paradossalmente fianco a fianco con gli investigatori che hanno notificato loro gli avvisi di garanzia. Ricordava un po’ l’indovinello del lupo, della pecora e del cavolo che il contadino deve portare dall’altro lato del fiume disponendo di un’unica barca con due soli posti. Il lupo sono gli investigatori, le pecore gli indagati e il cavolo rappresenta degnamente la popolazione brindisina presente alla convention: praticamente nessuno.
Non c’è che dire, gli interventi dei relatori sono stati anche suggestivi (la presidente del Consiglio comunale di Villa Castelli, il presidente della Provincia, il vescovo, il procuratore antimafia e il viceministro) ma spente le luci della ribalta ci si domanda cosa sia stato aggiunto in pratica a quanto si sapeva ieri e a quello che si potrà fare domani: nulla.
Semplicemente perché in questo momento non esiste una emergenza-malavita, ma solo una impennata fisiologica della microcriminalità che andrebbe combattuta fornendo alle forze dell’ordine gli strumenti necessari per affrontarla. Ossia un numero di unità adeguato.
Il paradosso è che in questo convegno contro il crimine non sono stati invitati a parlare proprio loro: poliziotti, carabinieri, finanzieri. Ossia quelli che hanno il polso della situazione e che hanno il termometro funzionante. Li hanno chiamati solo a fare da cornice e tappezzeria, ma non a intervenire per spiegare le loro ragioni, a proporre rimedi concreti. E’ come organizzare un convegno sul calcio, piazzare allenatori e calciatori nel pubblico e far relazionare gli avventori del Bar dello Sport e pure la Luisona.
Del resto a che servono le parole se poi parlano i fatti? Proprio mentre era in corso il dibattito, l’ufficio di Gabinetto del Comune deliberava di pagare oltre 200 euro al consigliere comunale Antonio Ferrari, quello arrestato per la vicenda degli appalti truccati alla Asl, sospeso e poi rientrato in assise in attesa del processo, per la sua partecipazione al “famoso” Salone internazionale dell’Industrializzazione edilizia di Bologna (dal 22 al 24 ottobre) con rimborso di biglietto aereo e soggiorno in hotel. Dove si è recato non si sa bene per fornire quale beneficio al Comune.
Un’ultima nota, ma la più importante. Il vertice sulla legalità si è svolto in maniera illegale: il Comune di Brindisi non ha richiesto infatti il supporto dei vigili del fuoco per garantire la sicurezza nel Nuovo Teatro Verdi, come invece previsto dalla legge. Nella struttura pubblica incredibilmente non c’erano i pompieri che per norma devono vigilare per entrare n gioco in caso di emergenza. Se non ci sono i vigili del fuoco nessuno spettacolo può andare in scena. Tranne che questo.