Sequestrato un parco eolico irregolare: cinque persone indagate dalla Finanza. Enel Green Power: “Abbiamo fatto tutto a norma”

Cinque persone indagate, due dirigenti Enel, due tecnici del posto e il responsabile dell’Ufficio tecnico di San Vito dei Normanni e un parco eolico in fase di costruzione da parte di Enel Green Power tra gli ulivi monumentalisequestrato a San Vito dei Normanni dalla guardia di finanza.
Il provvedimento è stato ordinato dal gip Maurizio Saso su richiesta del pm Milto Stefano De Nozza. Il parco è composto da sei aerogeneratori. L’accusa per gli indagati è di lottizzazione abusiva, dopo la relazione di consulenti che avrebbero rilevato anomalie autorizzative, tra cui la mancata sottoposizione dell’impianto, i cui lavori sono stati avviati nel gennaio 2014, alla Via, oltre che difformità di diverso genere sulla ubicazione di sei aerogeneratori.
I tecnici che si sono occupati dell’iter autorizzativo, inoltre, avrebbero falsamente attestato l’assenza in zona di ulivi monumentali, tutelati da una specifica legge regionale, che invece si trovavano non a molta distanza dal parco, secondo l’ipotesi d’accusa. Sarebbero state inoltre omesse la valutazione di natura geomorfologica e commesse violazioni relative alle tradizioni alimentari locali e alla biodiversità in aree sottoposte a vincolo paesaggistico. L’inchiesta è nata un esposto presentato da un comitato locale.

La posizione di Enel. – «Enel Green Power ritiene di aver agito nel rispetto delle regole, verificherà le ragioni dell’indagine e chiarirà la propria posizione alle autorità». È quanto riportato in una nota di Enel riguardo alla vicenda giudiziaria. «Su disposizione del gip del tribunale di Brindisi – spiega Enel – è stato notificato oggi il sequestro preventivo del cantiere relativo al costruendo parco eolico di San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi». «La magistratura – prosegue la nota – ha contestato la validità dell’Autorizzazione unica regionale rilasciata dalla Regione Puglia nel 2012. In precedenza il Tar Puglia aveva respinto 2 ricorsi di alcuni cittadini che lamentavano l’illegittimità della Autorizzazione regionale».